Bruxelles - La crisi economica sembra essere al palo. Inaspettati i primi dati positivi dei leoni economici d'Europa. Francia e Germania escono dalla "zona rossa" della recessione e segnano il primo passo verso la ripresa. Il prodotto interno lordo di entrambi i Paesi ha, infatti, registrato una crescita dello 0,3% nel secondo trimestre del 2009, sorprendendo in positivo le attese che indicavano, invece, l'ennesima contrazione della crescita. Ma la Bce frena: "Resta ancira l'incertezza, ripresa graduale nel 2010".
Ancora negativo il pil nell'Eurozona Nel secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo di Eurolandia è sceso dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti ed ha ceduto il 4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nei Ventisette il calo è stato rispettivamente dello 0,3% e del 4,8%. Secondo le stime rapide di Eurostat, il calo del pil è in netto rallentamento rispetto al trimestre passato, quando rispetto ai tre mesi precedenti era stato registrato un crollo del 2,5% per la zona euro e del 2,4% per i Ventisette. Su base annua le variazioni erano del -4,9% e del -4,7%. Tra gli Stati membri i cui dati sono già disponibili, spicca il crollo del pil della Lituania, con -12,3% su base trimestrale e -22,6% su base mensile. La Gran Bretagna ha ceduto lo 0,8% su base trimestrale e il 5,6% su base annua. L’Italia ha segnato -0,5% su trimestre e -6% su anno. Tornano a crescere Francia e Germania.
La Francia esce dalla "zona rossa" Il prodotto interno lordo francese ha registrato nel secondo trimestre una crescita dello 0,3% su trimestre, sorprendendo in positivo le attese che indicavano una contrazione dello 0,3%. E’ quanto emerge dai dati preliminari pubblicati dall’ufficio di statistica nazionale Insee che ha anche rivisto a -1,3% dal precedente -1,2% la contrazione economica del primo trimestre dell’anno. La lettura conferma l’anticipazione rilasciata questa mattina a radio Rtl dal ministro dell’Economia francese Christine Lagarde e si allinea perfettamente con le stime preliminari della Germania diffuse alle 8. Le due maggiori economie della zona euro hanno tirato la testa fuori dalla recessione dopo quattro trimestri in rosso, nonostante per entrambe gli analisti prevedessero una contrazione dello 0,3%.
La Germania fuori dalla recessione La recessione in Germania è finita: l’economia tedesca inaspettatamente torna a crescere nel secondo trimestre di quest’anno, con un aumento del Pil dello 0,3% rispetto al primo trimestre. Destatis, l’ufficio statistico federale, precisa che la prima economia europea non registrava un tasso di crescita positivo dal primo trimestre del 2008. Gli analisti si attendevano per il trimestre chiuso a giugno una contrazione del Pil dello 0,2%. Destatis ha anche corretto in meglio la stima sull’andamento del prodotto nel primo trimestre: meno 3,5% contro il meno 3,8% del dato provvisorio. L’ufficio segnala "impulsi positivi che provengono dalle spese private e pubbliche oltre che dalle costruzioni" sull’onda del piano anticrisi del governo. La Germania ha anche approfittato di un calo dell’import più forte di quello dell’export. Ma il paese è ben lontano dai livelli pre-crisi: su base annua il Pil è sceso del 7,1%, 5,9% su base destagionalizzata. Per il momento la previsione ufficiale del governo resta quella di una recessione storica quest’anno, con una contrazione del 6% del Pil, ma si fanno già ipotesi su una possibile revisione al rialzo.
La Bce vede rosa Secondo la Bce la recessione globale è "vicina al punto di svolta". Nel bollettino mensile di agosto l'istituto centrale sottolinea i "crescenti segnali" in questo senso e come il ritmo di contrazione dell’economia dell’eurozona stia "chiaramente diminuendo". La Bce si attende comunque che nell’eurozona "l’attività economica rimanga debole nella restante parte dell’anno". Nel 2010 "a una fase di stabilizzazione seguirebbe una graduale ripresa con tassi di crescita trimestrali di segno positivo". Una previsione che tiene conto di "effetti avversi ritardati" che si concretizzeranno nei prossimi mesi, come "l’ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro". Il consiglio direttivo della Bce avverte dell’"elevata incertezza" e della "perdurante variabilità" dei prossimi mesi, ma sottolinea che i rischi sono "bilanciati". Effetti positivi superiori al previsto sulla crescita potrebbero venire "dalle vaste misure di stimolo macroeconomico messe in atto e dagli altri interventi sul piano delle politiche". Inoltre "il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle aspettative correnti".
Rischi al ribasso invece potrebbero essere rappresentati da "interazioni negativa più intense o prolungate tra l’economia reale e le turbolenze finanzarie, nuovi rincari del petrolio e delle altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche, condizioni del mercato del lavoro più favorevoli delle attese" e "una correzione disordinata degli squilibri internazionali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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