Francia, libertà di licenziare i neo-assunti

A picco la popolarità del premier Villepin: probabile un rimpasto dell’esecutivo

Alberto Toscano

da Parigi

La Francia scende in piazza oggi contro il primo ministro Dominique de Villepin e contro la legge appena approvata dal Parlamento a proposito della riforma del diritto del lavoro per le giovani generazioni. Si tratta del cosiddetto «Cpe», sigla che sta per «Contrat première embauche», ossia «contratto per la prima assunzione». In pratica il capo del governo ha voluto questa nuova norma, in base alla quale le aziende con più di 20 dipendenti che assumono giovani di meno di 26 anni potranno licenziarli in piena libertà entro i primi due anni, senza un’ombra di «giusta causa». Dal punto di vista delle tre principali confederazioni sindacali transalpine - la filocomunista Cgt e le filo socialiste Cfdt e Force ouvrière - la riforma del Diritto del lavoro costituisce un inaccettabile incentivo al precariato. In Francia il lavoro precario è già ampiamente diffuso, ma la legge sul cosiddetto Cpe sembra destinata a moltiplicarlo soprattutto nel caso delle giovani generazioni.
I sindacati sono scesi sul sentiero di guerra anche perché vogliono impallinare a tutti i costi il primo ministro Dominique de Villepin a proposito di un altro delicatissimo dossier: quello della fusione tra il gruppo Gaz de France (Gdf) e il gruppo franco-belga Suez, decisa in modo rocambolesco allo scopo di sbarrare la strada all’Opa di Enel sul capitale Suez. Il governo sta tentando di privatizzare la società energetica pubblica Gdf, in cui lo Stato possiede attualmente una quota pari all’80,2 per cento. Nel futuro gruppo Gdf-Suez, fortissimamente voluto dall’attuale governo, la quota pubblica sarà probabilmente del 34 per cento, circostanza che i sindacati - contrari a nuove privatizzazioni - vedono con estrema preoccupazione.
Ecco il tema delicatissimo della riforma del diritto del lavoro per i giovani fondersi idealmente con quello, probabilmente ancor più sensibile, delle nuove privatizzazioni, che il governo cerca di realizzare in modo surrettizio ossia prendendo spunto dalla ipotetica scalata di Enel a Gdf per ridurre la quota pubblica in quest’ultima società. Oggi scenderanno in piazza nella Francia intera sia i sindacati sia gli studenti. Le manifestazioni previste sono ben 160, di cui le principali si svolgeranno a Parigi, Marsiglia, Bordeaux e Lilla. La società transalpina è in ebollizione e il primo ministro Dominique de Villepin rischia di pagare il prezzo del modo - davvero supponente - con cui ha trattato una serie di dossier sociali. La manifestazione parigina contro il Cpe partirà alle 14.30 dalla Place de la République e rischierà di scuotere seriamente la già scarsa popolarità del primo ministro. Un sondaggio diffuso ieri afferma che Dominique de Villepin ha perso 7 punti di popolarità nel giro di un mese. Ormai i francesi non hanno più fiducia in lui e l’ipotesi di un rimpasto ministeriale prima delle elezioni presidenziali, che si svolgeranno nell’aprile 2007, non è più considerata assurda.
Il «contratto per la prima assunzione» si rivolge a giovani di età inferiore ai 26 anni e fa parte di una legge molto più ampia, definita «norma per garantire ai francesi l’uguaglianza delle chance di successo nella vita». Questo testo è stato redatto dagli esperti del ministero del Lavoro come reazione alla rivolta esplosa nell’autunno scorso nelle periferie urbane della Francia intera. Allo scopo di garantire questa «uguaglianza delle chance» il governo promette investimenti nelle scuole pubbliche, situate nei quartieri più «difficili» e altri stanziamenti a beneficio delle aree meno agiate.
Tuttavia il primo ministro ha preteso di inserire in quel disegno di legge l’articolo che rivoluziona il diritto del lavoro nel caso dei giovani e che istituisce appunto il «contratto per la prima assunzione». È vero che l’obiettivo dichiarato del governo consiste nella lotta alla disoccupazione giovanile, ma è vero anche il fatto che d’ora in poi nessun giovane di età inferiore ai 26 anni, se assunto sulla base del Cpe, potrà sentirsi tranquillo. Le aziende potranno infatti procedere a licenziamenti immediati e immotivati. Di qui la rivolta degli studenti, che si congiunge con quella dei sindacati. Come dire che il governo del primo ministro Dominique de Villepin che solo pochi giorni fa annunciava trionfante il progetto di fusione tra Gdf e Suez, rischia adesso di essere sensibilmente indebolito dalla raffica di proteste sindacali contro un provvedimento che cambia in modo drastico alcune norme fondamentali in tema di diritto del lavoro.


Il disegno di legge sull’«eguaglianza delle chance», col fondamentale articolo che crea il Cpe, è stato approvato ieri dal Senato e dovrà adesso essere ridiscusso e approvato una seconda volta da ambedue i rami del Parlamento francese. Tempi duri in vista per Dominique de Villepin, braccio destro del presidente della Repubblica Jacques Chirac.

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