Francia, paura aviaria. Ma era influenza

Alberto Toscano

da Parigi

La paura è passata. Non era influenza aviaria. Le analisi di laboratorio hanno dato esito negativo. Finisce così la brutta avventura della turista francese tornata dalla Turchia con una strana febbre. «Potrebbe trattarsi di influenza dei polli», avevano annunciato ieri pomeriggio con un comunicato le fonti del ministero francese della Sanità a proposito del ricovero in ospedale a Montpellier di una ragazza di 32 anni. Si tratta di una donna francese di origine turca, che si era recata in viaggio in Anatolia, dove è stata in stretto contatto con la popolazione locale. Voleva incontrare la propria famiglia e fare un po’ di turismo, ma la sua «spedizione» si è risolta con un ricovero e mille analisi cliniche.
Il fatto che la paziente presentasse tutti i sintomi della temutissima «influenza aviaria» ha spinto il ministero della Sanità a prendere precauzioni eccezionali. Nell'ospedale di Montpellier la donna è stata ricoverata in un reparto completamente isolato ed è stata sottoposta a una lunga serie di analisi. Ieri sera finalmente il risultato: l’influenza non ha nulla a che fare con i polli. La vicenda rivela comunque il clima di particolare allarme che si sta respirando in Francia e nel resto dell'Unione europea a proposito di un possibile contagio in provenienza dalla Turchia.
Il ricovero della trentaduenne francese è avvenuto nella giornata di sabato, a seguito della febbre alta e di una sintomatologia che sembrava discostarsi da quella dell'influenza, presente quest'anno - come di solito accade nella stagione fredda - da un lato all’altro della Francia. La donna s'era inizialmente presentata al Pronto soccorso dell'ospedale di Sète, nella Francia meridionale. Constatata la sua situazione e sentito il racconto del suo viaggio in Turchia, i medici hanno preferito ricoverarla d'urgenza nel ben più attrezzato ospedale universitario della vicina Montpellier.
L’allarme è rientrato, ma il timore degli esperti è sempre lo stesso: quello che il virus H5N1 si trasformi in modo da potersi trasmettere da essere umano a essere umano, circostanza che rischierebbe di provocare un'epidemia di dimensioni pressoché incontrollabili. Una vera e propria «pandemia», in grado di investire il mondo intero. A Parigi sono state varate misure eccezionali allo scopo di prevenire il rischio di contagio, prima di tutto tra gli uccelli e il pollame. Il prossimo Salone internazionale dell'agricoltura, che si svolgerà a fine febbraio al Centro esposizioni della Porte de Versailles di Parigi, darà l'ostracismo a qualsivoglia genere di volatile. Verranno esposte, ad esempio, carni di pollo o di tacchino, ma non polli e tacchini vivi, come accade tutti gli anni all'importante Salone agricolo transalpino. Altra misura di precauzione: il celebre mercato parigino dei fiori e degli uccelli - situato ai due lati della Senna, nel pieno centro della capitale francese - non può più (per il momento) ospitare volatili. Ci sono ormai solo le gabbie di questi ultimi.


Non è la prima volta che viaggiatori francesi, di ritorno dall'Asia, sono ricoverati in ospedale a causa del timore della micidiale «influenza aviaria». A fine ottobre tre turisti, originari dell'isola francese della Réunion, sono stati sottoposti a una raffica di test dopo una vacanza in Thailandia, ma alla fine tutto è risultato negativo.

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