In Francia ricomincia la rissa fra candidati socialisti all’Eliseo

Mentre a New York Dominique Strauss Kahn si prepara all’udienza che oggi dovrebbe una volta per tutte archiviare le accuse di violenza sessuale che lo avevano portato in prigione e a lasciare la guida del Fondo monetario internazionale, a Parigi i candidati socialisti all’Eliseo fanno i conti con la nuova situazione: l’anno prossimo DSK potrebbe scendere in campo per succedere a Sarkò. Anche perché il processo francese contro di lui sembra avviato verso un epilogo simile a quello americano.
Ieri il New York Post ha rivelato che oggi al processo arriveranno nuove «bombe» contro la credibilità della cameriera che accusa DSK. E se oggi il procuratore di Manhattan chiederà alla corte l’archiviazione del caso, visto che tali richieste non vengono mai respinte, DSK sarebbe immediatamente libero di lasciare gli Stati Uniti, dove si trova contro la sua volontà dal giorno del suo arresto, il 14 maggio.

E che cosa potrebbe accadere nella politica francese in quel caso? Per François Hollande, il socialista in testa nei sondaggi, «non cambia niente» («ero candidato anche quando si pensava che Dominique avrebbe partecipato alle primarie») in quanto «io non ho fatto patti con nessuno». Per Martine Aubry, scesa in lizza solo quando DSK, contro il quale si era impegnata a non competere, era stato messo fuori gioco, «bisogna aspettare».

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