Parigi - A cinque giorni dal primo turno delle presidenziali francesi, secondo i sondaggi è sempre più probabile che arrivino al ballottaggio i due candidati degli schieramenti principali, il conservatore Nicolas Sarkozy e la socialista Segolene Royal. Il primo resta ancorato nei sondaggi al primo posto, con una quota di preferenze fra il 27 e il 30%, come da tre mesi a questa parte; ma la candidata socialista, segnalata fra il 23 e il 26%, ha recuperato qualcosa negli ultimi giorni. Al secondo turno lo scarto diminuisce: almeno un istituto, il Csa, prevede un duello serratissimo con il 50% ciascuno. Il problema è che, sempre secondo i sondaggi, circa un terzo degli elettori ancora non ha preso una decisione definitiva.
Il quotidiano conservatore "Le Figaro", che ieri ha pubblicato un sondaggio sulla rimonta di Royal, oggi scriveva che Sarkozy «è persuaso che il duello finale lo opporrà a Segolene Royal, tanto che ha già cominciato la campagna del secondo turno». Segni distintivi: ieri si è raccolto sulla tomba del generale de Gaulle, primo presidente della Quinta repubblica, a riannodare i legami con il passato gollista del suo partito Ump ma anche a ricordare il grande uomo di Stato: dal cimitero di Colombey-les-deux-Eglises ha detto ai giornalisti che vuole «parlare a tutti i francesi».
Più tardi, in una intervista sul canale Tf1, ha allargato il campo delle sue grandi influenze spiegando che la seconda grande figura ispiratrice per lui è Giovanni Paolo II. Il tono conciliante chiama all'unità e già sembra distaccarsi dal Sarkozy delle ultime settimane, in cui la sua campagna è stata centrata sui temi dell'immigrazione e dell'identità nazionale, alla ricerca dichiarata dell'elettorato dell'estrema destra. Ségolène Royal, la candidata socialista, ha moltiplicato gli appelli al «voto utile» degli elettori di sinistra per evitare la dispersione delle preferenze in rivoli e rivoletti verso i candidati molteplici della sinistra estrema. Ma anche lei butta già un occhio alla conquista di altre fasce dell'elettorato. Oggi, Royal ha messo l'accento sulla «trasparenza», uno dei cavalli di battaglia del centrista Francois Bayrou, terzo nella corsa secondo i sondaggi: e così si è impegnata, se sarà eletta, a ridurre le spese dell'Eliseo e a mettere fine all'«opacità» delle finanze presidenziali; secondo lei, le spese del presidente nell'era Chirac, dal 1995 ad oggi, sono aumentate del 798%...
Qualcuno spera ancora in una alleanza Royal-Bayrou prima del primo turno, un patto di 'riversamento votì per sbarrare la strada a Sarkozy con l'indicazione di votare chiunque dei due arrivi al ballottaggio. L'idea veniva dall'ex ministro socialista Michel Rocard. È stata rigettata dai papaveri socialisti e oggi anche dall'ex ministro Dominique Strauss-Kahn, figura assai influente, secondo cui «non è la vigilia del primo turno il momento opportuno per aprire questo genere di dibattito...». Ma ha adombrato che dopo, sì.
Infatti «Tutti coloro che ritengono che sia pericoloso per il paese che Nicolas Sarkozy possa essere eletto presidente della Repubblica, avranno il loro legittimo spazio nel 'patto presidenziale». Resta da vedere se Strauss-Kahn auspichi l'arrivo al secondo turno di Royal oppure dello stesso Bayrou, che vuole un governo di unità nazionale e potrebbe mettere al posto di premier un alto dirigente socialista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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