Nessuno vuole pronunciarne esplicitamente il nome. Ma sono «i ricchi» l’ultima arma della campagna elettorale che si accende in Francia a meno di due mesi dal primo turno delle presidenziali. Un terreno facile, quello dell’attacco alle élite economiche, in tempi di movimenti anti-Wall Street e di crisi finanziaria. Ma un terreno scivoloso, anche per il candidato socialista François Hollande che pure ha deciso di percorrerlo annunciando lunedì sera in tv che, in caso di vittoria, tasserà al 75% i redditi annuali che superano il milione di euro.
Nonostante il leader della sinistra francese si affanni a presentarsi come l’uomo «normale», la destra ha gioco facile a rinfacciargli l’appartenenza a quella «gauche caviar», «la falsa sinistra che dice cosa bisogna fare ma non fa quello che dice» (copyright Laurent Joffrin, direttore del progressista Nouvel Observateur) e che fino a ieri aveva il suo miglior rappresentante in Dominique Strauss Kahn: casa nella super chic Place des Voges e moglie miliardaria, ereditiera del collezionista d’arte Paul Rosenberg. La mossa di Hollande rischia insomma di trasformarsi in un boomerang per il leader che sta tentando l’impresa di regalare una vittoria ai socialisti a digiuno dal 1988. E non solo perché - nonostante lui definisca «patriottico» «accettare di pagare un’imposta supplementare per risollevare il Paese» - Sarkozy ha ribattuto parlando di «improvvisazione, precipitazione e dilettantismo costernante». La mossa rischia di scivolare nell’autogol perché dopo François Mitterand (considerato il capostipite della sinistra che parla di proletariato ma vive nel lusso) l’ultima figura simbolo della categoria - anche per la feroce sinistra della sinistra francese - è l’ex compagna e madre dei figli di Hollande, Ségolène Royal, già contendente di Sarkozy alla presidenza e al centro di una feroce campagna stampa che nel 2007 dimostrò come la candidata pagasse molte meno tasse sulle sue proprietà di quanto imponesse il mercato.
Non solo conti, abiti sfarzosi e ville milionarie. Al centro della battaglia tra la «gauche caviar» e la destra «bling bling» -espressione onomatopeica che richiama il suono dei gioielli ostentati in zona Eliseo, come il Rolex oggi sparito al polso di Sarkozy - ci sono anche le amicizie. Sarkozy ne ha approfittato per rinfacciare quella tra Hollande e l’industriale Vincent Bolloré, uno dei Paperoni di Francia, proprietario della rete televisiva «Direct 8» nonché datore di lavoro della nuova compagna di Hollande, la giornalista Valérie Trierweiler. Un colpo basso a cui la signora, soprannominata «rottweiler», ha replicato sostenendo che Sarkozy «non sa cosa sia il giornalismo indipendente». Un colpo basso che rischia anche questo di segnare un punto sulla porta sbagliata, quella degli avversari: proprio Sarkò subito dopo l’elezione del 2007 finì al centro di grandi polemiche per essere andato in vacanza sullo yacht del finanziere bretone.
La guerra dei ricchi - definiti «quelli che guadagnano di più» (Royal) «quelli che si arricchiscono dormendo» (sempre Royal), «quelli che sono più in alto nella gerarchia sociale» (Hollande), «chi è titolare di rimunerazioni importanti» (Baroin, ministro delle Finanze) - si dimostra così terreno impervio anche per il presidente in carica, che qualche settimana fa ha annunciato la volontà di introdurre ad agosto, rielezione permettendo, un’imposta sulle rendite finanziarie. Sarà un caso che tutti attaccano i ricchi ma nessuno vuole chiamarli col loro nome?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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