Frane di fango: strade interrotte e case evacuate

Intanto nei comuni del Vesuvio, la simulazione dello sgombero in caso di eruzione del vulcano

Carmine Spadafora

da Napoli

Tra emergenze vere e simulazioni di catastrofi, anche ieri, Napoli e il Salernitano hanno vissuto un’altra giornata difficile. Il maltempo ha provocato frane, allagamenti, gravi interruzioni autostradali e ferroviarie.
Due le frane - provocate dalle forti piogge - abbattutesi lungo la tratta Battipaglia-Potenza, quindi dal Salernitano fino al capoluogo lucano. La circolazione ferroviaria è stata sospesa, il traffico dei treni, dovrebbe riprendere dopodomani. Informa l’ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato che «i treni saranno sostituiti con autobus nel tratto di linea interrotto». A provocare lo smottamento, non sono state solo le due frane ma, anche, lo straripamento del fiume Sele.
Il maltempo ha colpito anche la circolazione autostradale. Sulla A3, la Napoli-Salerno, all’altezza del casello di Torre Annunziata, la carreggiata è sprofondata in direzione del capoluogo campano. Allagamenti ovunque. Nei comuni di Castellammare di Stabia e dell’area vesuviana. Straripato il nauseabondo fiume Sarno, il più inquinato d’Europa. Grande lavoro, in Campania e in Basilicata dei vigili del fuoco, al lavoro con mezzi vetusti e numericamente insufficienti.
Preoccupazione a Sarno, colpita il 5 maggio ’98 dall’alluvione che provocò 137 morti e la distruzione di buona parte del paese. Disagi anche a Salerno per l’esondazione di un torrente e a Ferra d’Arce, dove una frana si è abbattuta su una casa ma senza provocare vittime.
Ma, ieri, è stato anche il giorno della evacuazione simulata in caso di eruzione. L’esercitazione Mesimex è scattata alle 9, quando, tramite fax, è arrivato il via nei centri operativi: fuga immediata dai 18 comuni della cosiddetta zona rossa. Nel giro di pochi minuti, le persone giunte nei punti di raccolta cittadini, sono state fatte salire a bordo di pullman per dirigersi nei sei check-point individuati in Campania.


Il capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, presente al test, che ha visto protagoniste millecinquecento persone (in caso di eruzione, sarebbero 550mila) appare soddisfatto della prima fase del piano di evacuazione simulata.
E nelle tre mostre organizzate per l’occasione non è mancato il messaggio del presidente della Repubblica. «Da napoletano ho amato e amo il Vesuvio ma è sbagliato ritenerlo un’innocua montagna».

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