Silvia Castello
Linsostenibile leggerezza delle apparenze. Franz Borghese è linventore dei tipi analogici, «figure che potremmo chiamare i nostri Biechi blu, per affiancarli ai formidabili e indimenticabili personaggi creati da Heinz Hedelmann nel film Yellow Submarine di George Dunning, ma sostanzialmente dei Beatles» scrive Claudio Strinati, soprintendente al Polo Museale Romano, nellintroduzione alla rassegna dellartista romano che vede una quarantina di opere scelte dal 69 ad oggi - a cura di Giovanni Faccenda - in mostra fino al 16 ottobre. Protagonista graffiante e di acuta finezza, Franz Borghese (classe 1941) ha il merito di aver saputo andare oltre gli epigoni contemporanei dellEspressionismo tedesco di Grosz e Otto Dix, consolidando un impianto espressivo dal tratto inconfondibile. Il simbolo della parabola esistenziale dellartista è il celeberrimo funambolo, personaggio che ci ricorda che la vita è appesa a un filo e su quel filo limperativo è districarsi. Il mondo di Borghese è una ironica farsa, la storia degli uomini ritratti in bilico tra aristocrazia della cultura e antropologia popolare, vizi e virtù. È animato da una folla grottesca dove si incontrano personaggi terribilmente veri come furbi e idioti. Riuscendo ad andare oltre lapparenza quotidiana, egli indaga con sarcasmo e cinismo inquietudini e passioni represse. Come la perenne conflittualità umana, dipinta ne «Il duello» del 2002. Tra i suoi motivi preferiti è ricorrente il tema centrale della coppia. Uomo e donna, marito e moglie sono identità diverse ma complementari, sintesi figurativa della società. Sono idoli incrollabili che testimoniano limmutabilità delle passioni terrene. «Dipingo lumanità - spiega lartista - e la coppia è fondamentale per tutti gli esseri umani.
Palazzo Venezia, Refettorio Quattrocentesco, ore 9-19 (lunedì chiuso), ingresso libero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.