Benny Casadei Lucchi
Non vinco io e non vince lui. Un po come fanno i bambini quando dicono «faccia di maiale e faccia di serpente». Tra i fratelli Schumacher sta succedendo così. Solo che a piazzare la bombetta e ad accendere la miccetta è sempre e solo il piccolo Ralf. Michael cerca invece di elargire pillole di saggezza, di far capire al fratellino che non è il caso, che la smetta, che voli alto. Ma niente.
Il piccolo ha infatti ripetutamente bocciato le ambizioni iridate del grande e, ieri, dalle pagine dei giornali tedeschi ha rincarato la dose: «Io non posso certo vincere in Bahrein, ma mio fratello si scordi il titolo, questanno non sarà campione del mondo. Invece è impressionante ciò che Briatore e la Renault sono riusciti a fare, perché sono di nuovo in pole per il titolo». Quindi ha spiegato per quale ragione la Rossa e Michael devono lasciar perdere i sogni di gloria: «Perché noi della Toyota, come loro, abbiamo le gomme Bridgestone... e comunque la Ferrari è indietro». Quindi ha fatto lo slalom tra ipocrisia e ironia teutonica: «Certo, sarei felicissimo se Michael riuscisse a vincere il mondiale, sarei il primo a congratularsi con lui...»; e ancora: «Dicono che la Ferrari ha un asso nella manica? Sì, allimprovviso potrebbero alleggerirsi di 100 chili, ma così andremmo bene anche noi della Toyota». Per la verità, Ralf ha attaccato anche Kimi Raikkonen, lastro nascente: «Lui passa per uno tranquillo e rilassato solo perché non parla mai; ma se io mi comportassi così nel paddock, verrei considerato lidiota più arrogante in assoluto».
Mentre Briatore gongolava indipendentemente dai complimenti di Schumacherino «la nuova Renault è meglio di quella con cui ci siamo laureati campioni del mondo», mentre Raikkonen se ne infischiava «i problemi della McLaren sembrano risolti... futuro in Ferrari? Prima di decidere che cosa fare aspetterò di vedere come va questa mia stagione», lunico costretto, per doveri di famiglia, a ribattere a Ralf era proprio Michael Schumacher: «Ha talento e lo ha dimostrato. Del resto veniamo dallo stesso albero... E poi Ralf e la Toyota hanno le risorse per competere al vertice. Se trovano la direzione giusta, lui può davvero diventare campione del mondo». E per quanto concerne i dubbi del minore sulle potenzialità iridate della Rossa, basti questa risposta: «Stiamo molto meglio del 2005, non sono mai stato, in tutta la carriera, così ansioso di correre. Ci sentiamo pronti e vogliamo lasciare una bella impressione fin dalla prima gara».
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