da Bari
Dieci anni dopo sono tornati insieme. Uno vicino allaltra, senza astio, senza musi duri. Per pochi minuti, un flashback di famiglia, come anche la loro era stata una volta. Ciò che non è riuscito allamore, stavolta lo ha fatto il dramma. Trasformando un uomo e una donna, di nuovo, in due genitori uniti. Chissà fino a che punto sinceri. Ma il fine giustifica i mezzi, non è vero?
Così ieri, per la prima volta la mamma e il papà di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini di 13 e 11 anni di Gravina in Puglia scomparsi in una nuvola di mistero il 5 giugno scorso, si sono fatti rivedere insieme. Anche se con uno scopo preciso, prammatico: lanciare un appello congiunto ai loro figli, o a chi ne sa qualcosa, affinché tornino a casa. Lo hanno fatto dai microfoni del Tg1 allora di pranzo.
Ripresi insieme per la prima volta dall'inizio di questa tormentata storia, Filippo Pappalardi, 43 anni, e Rosa Carlucci, 41, hanno cercato di mettere una pietra sopra i veleni e le reciproche accuse rimpallatesi a vicenda in queste settimane di strazio: «Ciccio, Salvatore - dice la madre, con voce ferma nonostante lennesimo interrogatorio della polizia -, se riuscite a sentirmi, potete vedere che in questo momento io e papà siamo insieme per aiutarvi e farvi capire che realmente non c'era niente fra di noi. Se avete modo di ritornare a casa, fatelo al più presto perché stiamo soffrendo tanto per tutti e due».
E il padre aggiunge: «I bambini devono tornare a casa. Basta! Devono tornare, io sono convinto che i bambini devono tornare. Qualcuno che sta sentendo, uscisse (liberi ndr) i bambini» e si rivolge, esausto, a chi eventualmente sa e sta ascoltando l'invocazione.
Sulle accuse che si sono scambiati, i genitori di Francesco e Salvatore mostrano (o fingono) di aver superato i rancori. «Non riesco ancora a capire - dice Filippo Pappalardi - come si è formato questo odio attorno ai miei figli; è stranissimo perché io mi ritengo una persona di fiducia e a casa mia non c'era nessuno, non viene nessuno».
Tentano di mostrare un quadro nuovo, sereno nonostante tutto, i genitori di questi due ragazzini «evaporati» senza lasciare tracce. Il messaggio sotteso è chiaro: se siete fuggiti perché non sopportavate più il clima di contrasto tra i vostri genitori, sappiate che le cose sono cambiate, che potete tornare. Che troverete di nuovo una famiglia.
In una Gravina in Puglia anche ieri schiacciata da un caldo torrido e da un vento che piega le gambe, l'appello dei due genitori è l'unica novità di questa storia che col passare dei giorni rischia sempre più di trasformarsi in una palude senza sbocchi. Le ricerche imponenti e spasmodiche dei primi giorni, delle prime settimane hanno lasciato il passo a uninchiesta stanca, forse disillusa. «È cambiato il dispositivo», spiegano gli investigatori.
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