Bepi Castellaneta
da Bari
Adesso l'eventualità più drammatica non solo viene presa seriamente in considerazione, ma figura anche nel fascicolo d'indagine. Sequestro di persona: è questa infatti l'ipotesi di reato a carico di ignoti avanzata dalla procura di Bari nell'inchiesta sulla scomparsa di Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni di cui non si hanno più notizie dal cinque giugno scorso. Con il passare di questi lunghi, interminabili giorni scanditi dall'angoscia e da imponenti battute di ricerca andate a vuoto, perde consistenza l'idea della fuga organizzata; al contrario, adesso le preoccupazioni diventano più concrete e lo spettro di un rapimento aleggia su Gravina in Puglia. Ieri è stata ascoltata a lungo come persona informata sui fatti Rosa Carlucci, la madre dei fratellini. «Scusate, stavo dando da mangiare alle galline», ha detto giustificandosi per l'attesa agli agenti che bussavano alla sua porta. Poi un saluto alla figlia sedicenne: «Non ti preoccupare».
Subito dopo la donna è salita in macchina e ha raggiunto il commissariato, dove è stata interrogata dal pm Antonino Lupo, dal capo della mobile, Luigi Liguori, e dal responsabile della sezione crimine violento della polizia, Carlo Bui, giunto in paese proprio ieri mattina. Poco dopo sono stati sentiti - sempre come persone informate sui fatti - il convivente della madre, Nicola Nuzzolese, la nonna e la zia paterna. Il papà dei due fratellini è stato interrogato in serata. Sulle indagini c'è il massimo riserbo, ma l'impressione è che l'inchiesta sia approdata a una fase delicata. Il procuratore aggiunto Giuseppe Carabba dice che «a dieci giorni dalla scomparsa dei due fratellini l'ipotesi di una fuga sembra da accantonare». E poi ancora: «Le piste possono essere ancora molte - dichiara - ma se non si vuole pensare a una disgrazia, e tutti noi naturalmente vorremmo escluderlo, l'intervento di un adulto o in particolare di un sequestro potrebbe essere una delle piste più attendibili». Francesco e Salvatore sono al centro di una vicenda familiare travagliata: quella di Gravina in Puglia, infatti, è anche la storia di due bambini contesi, finiti per un periodo di tempo in comunità e poi affidati al padre, Filippo Pappalardi, ritenuto più adatto dalla magistratura minorile.
Secondo quanto emerso da alcune testimonianze, i fratellini non avrebbero mai accettato questa situazione e avrebbero preferito andare a vivere con la madre a Santeramo in Colle, un paese vicino. Ma in realtà anche questa ricostruzione sembra traballare di fronte a una serie di elementi messi insieme dalla polizia.
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