Frattini: «Antisemita la tv di Santoro»

Roma«Annozero»? Un modello di antisemitismo. O, meglio, «un esempio di quello che una televisione democratica non dovrebbe mai fare». Non ci va giù leggero Franco Frattini, nel corso del suo intervento alla Camera durante la celebrazione della Giornata della memoria, con la trasmissione di Michele Santoro. Ricorda il ministro degli Esteri che Israele può esser criticato, ma che a parte lo «sconcertante» negazionismo che ancora circola in Europa, sta montando «una copertura retorica per dissimulare un pregiudizio antisemita» e che troppo spesso «espressioni ingiuriose verso gli ebrei e lo stato di Israele vengono fatti passare come linguaggio corrente da alcuni mezzi d’informazione e di alcuni attori politici».
La riflessione del ministro degli Esteri è una frustata secca che immancabilmente solleva polemiche a sinistra. «Parole false e irresponsabili, quelle su Santoro!» si lancia in difesa del conduttore, Antonio Rizzo Nervo, già direttore del Tg3 e in quota Pd nel consiglio d’amministrazione Rai. Più morbidi Giorgio Merlo (Pd), già vicepresidente della vigilanza Rai che ricorda come sia ben noto come «Annozero è trasmissione che non rinuncia alla faziosità» ma che trova «francamente esagerata la posizione di Frattini» e il dipietrista Giuseppe Giulietti, ex gran capo del sindacato dei giornalisti Rai: «Ci aspettavamo da Frattini un atteggiamento diverso dalla polemica contro Santoro».
Ma il caso non è certo chiuso. Perché il conduttore di Annozero impugna carta e penna e scrive al titolare della Farnesina sfidandolo alla denuncia o, in alternativa, alle scuse: «Accusare ingiustamente un giornalista e il suo gruppo di lavoro di antisemitismo rappresenta un’insopportabile offesa per la dignità personale e professionale. Lei - continua - ha agito al riparo del suo ruolo pubblico piegandolo a interessi censori di parte e ha utilizzato una occasione ufficiale e solenne, per insultare chi non poteva difendersi». «Iscrivendoci tra gli esempi di antisemitismo dei media - chiude la lettera - ha tuttavia dimenticato di essere un pubblico ufficiale che di fronte a un reato (e l’antisemitismo per il nostro codice lo è) ha il dovere di denunciarlo alla magistratura. Ci auguriamo si limiti semplicemente a chiederci scusa. Altrimenti saremmo costretti a chiedere di essere processati consegnando al giudice le sue parole».
Frattini però non demorde. E in una lettera in replica a quella di Santoro, precisa che quello che rimprovera ad Annozero è il contesto generale che ha di fatto evocato sentimenti ostili agli ebrei. «Con le mie dichiarazioni - fa sapere a Santoro - non ho certo voluto offendere lei né la redazione. Al contrario ho espresso, come credo sia mio diritto oltre che mio dovere, un giudizio politico tutt’altro che censorio sulla ben nota puntata. È stato il contesto generale, con particolare riguardo alla scelta di immagini e interviste, che hanno peraltro provocato l’abbandono della trasmissione da parte di una sua illustre collega, a evocare, anche al di là della sua volontà, sentimenti ostili agli ebrei. Come lei ben sa - conclude Frattini - è molto tenue e delicato il confine che separa la critica politica a Israele col rischio, troppe volte fondato, di cadere nell’antisemitismo. E questo confine la trasmissione ha contribuito a oltrepassare».
Getta acqua sul fuoco l’ufficio stampa della Rai: già fatte critiche a Santoro, se fossero stati ravvisati elementi di antisemitismo sarebbero stati esplicitamente stigmatizzati.

Ma a riattizzare il fuoco pensa il presidente della comunità ebraica di Roma: «Santoro pretende scuse da Frattini? Dovrebbe avere semmai l’umiltà di chiedere lui scusa agli italiani per aver usato spazi pubblici per una trasmissione faziosa!».

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