La nuova parola dordine è concretezza. Poche chiacchiere, poche cerimonie. La politica dei tecnici cambia anche la tv. Si va al sodo, senza giri di parole. Ministro Passera, farete o no lasta per le frequenze tv? Dopo la manovra salva-Italia quanto è calato il gradimento di Mario Monti? Fuori cè la crisi, dentro si tira cinghia. Cambia la politica e mutano le preferenze dei telespettatori. Non è immediatamente un fatto di audience. E magari è ancora presto per dire se cè un prima e un dopo.
Però la messa in onda su Raiuno dello show di Fiorello il giorno dopo le dimissioni di Berlusconi può essere presa come coincidenza dallalto valore simbolico. Non che da lì tutto sia cambiato, no. Ci vorrà tempo, ci vorranno assestamenti. Per esempio, come verranno presi tra pochi giorni, in piena austerity, i ballerini eleganti e ben pagati di Milly Carlucci? O i vip dellIsola dei Famosi? Oppure, come verrà assorbito il prossimo Festival di Sanremo con Gianni Morandi, grande testimonial della tv del vecchio conio? Di sicuro è una tendenza che deve ancora esprimere tutta la sua novità. Uno stato danimo, soprattutto.
Ma il brivido della tecnica scorre già sui nostri teleschermi. Un brivido freddo. Lontano dalle atmosfere surriscaldate dei talk show di approfondimento, secondo Carlo Freccero lambiente «della casta e della semplificazione che invecchia di colpo». Il salotto politico era lincubatrice dellopinione, il luogo comune della militanza in un Paese spaccato a metà. Adesso tirano di più le all news: si deve essere sempre connessi e sapere ciò che cè da sapere. Notizie che battono opinioni: un cambiamento simile a quello che investe il mondo dei social network, dove la velocità di Twitter invecchia di colpo il chiacchiericcio un po onanistico di Facebook. Si cerca l'informazione secca, fredda, veloce su SkyTg24 e TgCom24, un po meno su Rainews24. Caso mai funziona il genere inchiesta: Report di Milena Gabanelli e Gli Intoccabili di Gianluigi Nuzzi. Un filo appannato appare invece Porta a Porta: politica sì, ma con un alone ancora troppo vellutato. Nello stesso campo invece regge ancora Ballarò, considerato affidabile e con un punto di forza nei sondaggi di Pagnoncelli. Sempre in area informazione, in ribasso i derivati rosa e gossip. «La drammaturgia dello spread ha sostituito linfotainment», argomenta Freccero. Se la politica-spettacolo si esprimeva come un grande romanzo costruito con i reality, la fiction e i talk show, la politica-tecnica si manifesta con il linguaggio dellautorevolezza, noiosetta, degli esperti. Dati, cifre, ricerche. Landamento delle borse al posto dellandamento delle modelle. Le anticipazioni sui mercati invece di quelle sugli amorazzi dei vip. E dunque andranno rivisti anche i contenitori pomeridiani delle reti generaliste. O andranno riconsiderati certi azzardi, come promuovere in prima serata Kalispèra, rivelazione della scorsa primavera di Canale 5 che ora, mentre tutti predicano sobrietà, sembra giocare in trasferta, come dimostra anche lo share.
Insomma, nellèra della concretezza, le atmosfere sfuggenti e liquide non tirano più come un tempo. Basta vedere anche le incertezze recenti dei reality show. Resiste a fatica solo la Ferrari della categoria, il Grande Fratello. Mentre si impongono i ready made alla Masterchef, più vicini ai talent, che magari non godranno di grandi audience essendo prodotti da pay tv, ma di sicuro hanno i favori della critica e del pubblico scelto. Del resto, se essere concreti è la parola dordine, un talent alla X Factor lo è assai più di un reality in cui sostanzialmente si chiacchiera o spettegola full time. Al tramonto appare anche la stagione delle serie tv americane, i poliziotti di Csi e le vite in corsia alla Dr House.
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