Massimo Restelli
da Milano
Lidea di creare ununica Sgr paneuropea unendo le forze di Crédit Agricole e Intesa Sanpaolo sembra destinata a restare sulla carta. È un progetto «improbabile», ha tagliato corto ieri lamministratore delegato Georges Pauget davanti alla comunità finanziaria confermando, al di là delle opzioni ufficialmente sul tavolo, una freddezza nellaria a Parigi fin dai primi giorni dellaccordo quadro che ha permesso la nascita della superbanca guidata da Giovanni Bazoli e Corrado Passera.
A sostegno della propria perplessità Pauget ha accennato ai «non trascurabili» rischi operativi connaturati alla scelta di creare un grande polo dei fondi italo-francese «soprattutto in un contesto di grandi cambiamenti strutturali» dovuti alla fusione tra Milano e Torino. Da qui limprobabilità che il piano veda la luce, secondo la Banque Vert, la cui presa di posizione segue però di pochi giorni quella con cui Passera ha ribadito ai soci riuniti in assemblea che Ca de Sass ha ora dimensioni sufficienti per muoversi in autonomia nel risparmio gestito.
Malgrado la strada europea rimanga aperta, a fine gennaio Intesa sarà quindi probabilmente chiamata a «richiamare» le masse corrispondenti al 65% dellex Nextra che dovrebbero confluire in Eurizon. Si tratta del polo del risparmio finanziario che Sanpaolo ha affidato a Mario Greco che, risolto il nodo Nextra e rientrate le iniziali mire sulla bancassicurazione di Generali (già frenata dallAntitrust sullespansione nel ramo danni legata allacquisto di Toro), potrà riprendere il cammino verso Piazza Affari: la quotazione è in calendario entro fine 2007. Caam sarebbe invece sciolta, lasciando italiani e transalpini liberi di muoversi in autonomia in un settore come i fondi comuni italiani dove, dati Assogestioni alla mano, i colossi (Intesa compresa) stanno perdendo terreno.
A fine 2007 Parigi prevede, invece, di completare la prevista riduzione al 5% del proprio impegno in Intesa Sanpaolo (9% post fusione).
Frenata di Agricole sulla «Supersgr» con Intesa Sanpaolo
Lad Pauget: «Rischi operativi non trascurabili, il progetto è improbabile». Obiettivo in Italia 609 milioni nel 2010
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