Politica

Frode da un miliardo di euro Arrestato il manager dell’arte

Ma per le Fiamme gialle Alberico Cetti Serbelloni è un mago delle truffe. Indagate altre 6 persone

da Milano

Parlava di sé come di «un artista del business». Di un felice connubio fra «arte e managerialità». Nessuno ora gli darebbe torto. Perché per collezionare qualcosa come un miliardo di euro in fatture false ed evadere il fisco bisogna davvero essere geniali. Il suo è un nome che a Milano racchiude un pezzo di storia. Tanto per dire: uno dei palazzi storici della sua famiglia a due passi da piazza San Babila, ospita da anni il Circolo della stampa, iniziative culturali e convegni. Si sa, non c’è aristocrazia senza cenacoli. E Alberico Cetti Serbelloni, 48 anni, sembrava davvero interpretare il cliché del nobile decaduto con il pallino dell’arte. Da ieri però è in carcere. L’erede di una delle più antiche casate milanesi che diede alla storia anche un papa, Pio IV, è accusato di frode all’erario per oltre un miliardo di euro. Le Fiamme gialle l’hanno prelevato dalla sua lussuosissima abitazione con un mandato di arresto ottenuto dal pm Giulia Perrotti. Il magistrato indagava dal 2002 sulla sua società, la Gabrius, specializzata nel settore dell’arte contemporanea. Cinque anni per accertare l’esistenza di un «sodalizio criminale» che «in sprezzo della giustizia» parallelamente alla vendita di servizi on line a clienti pubblici e privati nel mercato di opere d’arte, aveva organizzato una falsa commercializzazione di licenza d’uso delle stesse banche dati. Il tutto attraverso una serie di società costituite in Italia, Svizzera, Danimarca, Lussemburgo e Stati Uniti. Secondo i magistrati parecchie di queste società erano mere «cartiere», amministrate da teste di legno e da fiduciari svizzeri che si servivano di un imponente giro di fatture false per frodare l’Iva. Dagli accertamenti è emerso che il denaro affluito alle società estere, veniva stornato su una società irlandese, la Neptun Continental Limited. Il gip Alessandra Cerreti nel firmare l’ordine di custodia cautelare ha ritenuto sussistente la «pericolosità sociale» di Cetti Serbelloni che aveva già istruito il suo braccio destro, Luciano Gandini «di rompere il pc dove era contenuta la contabilità, dicendo che era andato distrutto in un fantomatico allagamento della cantina». Assieme a lui sono indagate altre sei persone. Tutte giravano attorno alla Gabrius fondata da Cetti Serbelloni nel 1997, punto di riferimento nella compravendita di opere d’arte. La Gabrius pubblica libri e offre servizi per l’analisi del mercato dell’arte. Fiore all’occhiello dell’azienda è Artindex, database in cui sono catalogate almeno 600mila opere e che raccoglie informazioni su tutte le compravendite realizzate dalle più importanti case d’asta del mondo dal 1985. Un archivio in costante aggiornamento, tanto che nel 2005 il ministero dei Beni culturali stipulò con la Artindex una convenzione per il suo utilizzo.

Proprio grazie alla Gabrius, i carabinieri erano riusciti due anni fa a rintracciare un Canaletto che era stato esportato illegalmente fuori dall'Italia.

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