Frosinone e Veroli: i destini a un bivio

La Frosinone del pallone trepida per staccare il biglietto per il quinto anno consecutivo in serie B (e sarebbe un record per una provinciale); la Ciociaria del pallone a spicchi sogna addirittura l’ingresso trionfale in Lega A, l’olimpo del basket, finora riservato a grandi realtà quali Roma, Milano, Bologna o a solide tradizioni come Cantù o Pesaro. Ma il nome nuovo del basket in Italia si chiama Veroli, cittadina ad una manciata di chilometri da Frosinone, neppure 20mila abitanti sparsi per lo più nelle campagne rispetto ad un centro storico di rara bellezza artistica. Se nasci a Veroli respiri sotto canestro da subito, ti portano a giocare a basket anche se non sei alto e poi «tutti in piedi per questa Prima», che è poi il nome dello sponsor della squadra ciociara. I giallorossi del basket hanno fin qui dominato i play off, con un doppio 3-0 su Scafati e Reggio Emilia. Ora manca solo la finale (avversario da decidere) e poi il sogno potrebbe diventare realtà e concretizzarsi nella partita di metà giugno al palasport di Frosinone. Il campo di Veroli, infatti, non è omologato, ma con i cugini frusinati si va daccordo: il presidente del Veroli è Leonardo Zeppieri, fratello di quell’Arnaldo che invece è il vicepresidente del Frosinone calcio. La squadra ha il giusto mix di italiani e americani, con quel folletto dell’israeliano Nissim e la maestria di caoch Cancellieri. Aspettando il basket, oggi tutti al Matusa per l’ultima gara di questo campionato di serie B di calcio, contro la Triestina dell’ex Arrigoni che non la smette di ripetere che «la mia stagione più bella è stata quella a Frosinone, quando abbiamo vinto il campionato di C2».

Basta un pari per la salvezza matematica e mister Carboni, nocchiero del Frosinone dopo i fasti e le illusioni di Moriero, è sulla strada buona con le ultime tre vittorie consecutive. La Ciociaria dello sport, insomma, spera e sogna. E non vuole risvegliarsi.

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