«È il frutto della politica porte aperte per tutti»

da Roma

Roberto Calderoli, presidente dei senatori della Lega Nord, è sorpreso dal boom degli assegni concessi agli ultra 65enni extracomunitari richiamati dai parenti?
«No, perché purtroppo è la politica che ha sempre fatto la sinistra. Il porte aperte per tutti; proprio mentre il resto dell’Europa ha preso posizione per contrastare l’immigrazione, noi diamo degli incentivi per favorirla, senza alcun controllo. Sembra la rottamazione, un invito a venire».
Ma lei negherebbe i diritti sociali a chi vive in Italia, anche se non è italiano?
«Ma qui riescono a dare di più a chi viene con il ricongiungimento e non ha una lira di contributi versati anche rispetto al pensionato nazionale al minimo. Che 580 euro non li prende. E tutto questo quando noi abbiamo problemi a far quadrare i conti della nostra previdenza».
Il conto contributi-prestazioni al Nord è in attivo...
«E poi buttiamo i nostri soldi dalla finestra così».
Le soluzioni?
«Bisogna seguire il principio che è meglio fare del bene a casa loro, dove magari 100 euro valgono una fortuna. Quello è l’incentivo giusto, non spingerli a venire qui per fare il ricongiungimento alle spalle della nostra previdenza».
Quindi se fosse adesso al governo cosa farebbe?
«Direi che gli assegni sociali e tutte queste altre cose sono riservate ai cittadini italiani. Quando uno acquisisce il diritto come elettore passivo e attivo, quindi dopo un ragionevole tempo passato qui, può beneficiarne. L’unica alternativa è che vengano qui per incassare e basta. Anche perché c’è il problema di stabilire il vero stato anagrafico».
Cioè pensa che chi chiede il ricongiungimento possa produrre documenti falsi?
«È possibile che uno si porti qui un ultra 65enne con documenti sui quali non c’è possibilità di verifica. Di fronte a certi Paesi chiunque viene e si porta a casa un vecchietto qualunque, magari non il genitore, e si mette in tasca i soldi. Così non è possibile».
Guardi che l’Inps segnala problemi anche con i nuovi Stati comunitari dell’Est europeo. In questo caso almeno la certezza dei documenti ci dovrebbe essere...
«Noi sostenemmo proprio per questo una moratoria rispetto agli accordi di libera circolazione. Poi qualcuno mollò e la sinistra lasciò completamente cadere la cosa».
Avrebbe preferito un’Europa a dodici?
«I primi membri erano più omogenei tra loro dal punto di vista economico. Con l’Unione allargata, i cittadini dei Paesi con redditi più bassi si sono riversati in quelli dove si guadagna di più. Era ovvio che sarebbe successo».
Redditi alti in Italia? Ne è sicuro?
«L’Italia viene scelta perché c’è un livello di controllo più basso. Sarebbe troppo difficile entrare in quelli più ricchi. La maionese dell’allargamento dell’Ue è impazzita di fronte a questa situazione. Prima di aprire sarebbe stato meglio aspettare che in questi Paesi aumentasse la ricchezza».
Forse siamo noi che rischiamo di diventare più poveri...
«Chi ha segnalato questo caso ha giustamente sottolineato il paradosso. Da una parte gli assegni sociali agli ultra 65enni che si ricongiungono.

Dall’altra mancano i fondi per la benzina della polizia. Da una parte non ci sono i pezzi di ricambio per le auto delle forze dell’ordine che hanno una dotazione da guerra mondiale, dall’altra facciamo gli americani e regaliamo assegni».

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