Gentile Direttore,
il signor Giorgio Mari, in una lettera del 27 febbraio scorso ritiene che nei prossimi cinque anni le tariffe ferroviarie aumenteranno del 43,8% prendendo a campione per i suoi calcoli il costo di un biglietto Eurostar nella tratta RomaBologna applicando ipotetici aumenti anticipati nei giorni scorsi dalla stampa.
Gli adeguamenti dei prezzi sono ricompresi solo in uno dei numerosi scenari delineati dal Piano industriale ancora in via di approvazione, qualsiasi proiezione sul futuro ci sembra quindi quantomeno azzardata. Va detto anche che il Piano industriale ha un respiro ben più ampio e punta al potenziamento del servizio ferroviario con un aumento del 40% del traffico passeggeri, soprattutto nelle aree metropolitane, con investimenti pari 6,5 miliardi di euro. Una riflessione sui prezzi tuttavia si impone.
Le nostre tariffe sono le più basse in assoluto. Per citare lesempio del signor Mari, un biglietto di seconda classe in Eurostar Roma-Bologna (412 km) costa 42 euro; sullIce (corrispondente Es tedesco) Berlin-Kassel (426 km) il costo è di 78 euro e sul Tgv (Francia) nella tratta Paris-Angouleme (445 Km) si spendono 70,80 euro. Sono differenze che gli aumenti ipotizzati dalla stampa non riuscirebbero a colmare nemmeno da qui al 2011, quando tedeschi e francesi pagherebbero comunque un abbondante 30% in più. Si dirà che in quei Paesi la qualità del servizio è migliore. A parte il fatto che lUic (lorganismo europeo delle ferrovie) considera il livello delle nostre Fs in linea con il resto dEuropa, dire «prima la qualità e poi gli adeguamenti dei prezzi» è un po come il cane che si morde la coda. La qualità ha un costo. Può sostenerlo chi del servizio usufruisce.
Se poi la qualità non giustifica il prezzo sarà presto il mercato a stabilirlo, soprattutto con la scesa in campo dei privati. Oppure si può addebitare il costo allo Stato, ossia alla collettività.
Lalternativa è chiudere i servizi a queste condizioni non remunerativi. Ma questa sarebbe una notizia peggiore degli adeguamenti dei prezzi.
Direttore rapporti con i media
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