Roma - Alla fine gli scontenti dell’Udc la loro «capanna», oppure «tenda, in senso biblico di accoglienza e distinzione», secondo la dotta definizione di Calogero Mannino, se la sono costruita e, alla vigilia del voto di fiducia, le hanno dato anche un nome: Popolari per l’Italia di domani.
Per il momento il Pid è un gruppo parlamentare costituito all’interno del misto, ma con la prospettiva di trasformarsi in un partito cattolico autonomo da Pier Ferdinando Casini. I fondatori sono tutti ex Udc ma presto potrebbero arrivare parlamentari da altri gruppi.
Perché è tutta l’area centrista ad essere in ebollizione. Ieri, in un colpo solo, sette deputati hanno lasciato i partiti di provenienza e si sono messi nelle condizioni di avere le mani libere, oggi e nei prossimi mesi. Ci sono i cinque eletti nell’Udc che hanno appunto dato vita ai Popolari per l’Italia e che ieri si sono iscritti ufficialmente al gruppo misto. Sono Calogero Mannino, esponente storico della Dc siciliana, Francesco Saverio Romano, ex segretario dell’Udc nell’isola, carica dalla quale si è dimesso quando Casini ha imposto al partito il sostegno al nuovo governo Lombardo con Pd e finiani. Siciliani anche Giuseppe Ruvolo e Giuseppe Drago. È invece campano Michele Pisacane, Udc messo all’indice dai vertici del partito.
Fuori anche due esponenti dell’Api, partito fondato da Francesco Rutelli. Bruno Cesario, che viene dal Pd, e poi l’industriale Massimo Calearo, ex presidente nazionale di Federmeccanica, approdato alla politica solo nel 2008, quando fu eletto con il Pd. Rimarranno entrambi nel misto perché l’Alleanza per l’Italia non ha un gruppo autonomo. «Altri verranno», ha lasciato intendere Calearo.
E non è una coincidenza che i passaggi siano avvenuti alla vigilia della fiducia. Ufficialmente la posizione dei fuoriusciti dall’Udc è che valuteranno il discorso di Berlusconi e solo dopo decideranno come votare. Ma l’orientamento è sostenere l’esecutivo, se non altro per contrastare la linea scelta da Casini. «A tutti è ben chiaro - è l’accusa rivolta ieri da Romano - il suo accordo col Pd», che parte dalla Sicilia, ma in cambio di una «contropartita» nazionale. Chiara la posizione di Calearo: «Gli operai hanno bisogno di stabilità» e così anche le imprese, i tassisti, i commercianti. «Non esiste l’ombra di un’alternativa. Se facciamo cadere Berlusconi - ha spiegato - c’è il buio fitto». Walter Veltroni, che lo aveva fatto eleggere, ieri ha assicurato che Calearo non voterà la fiducia, ma in serata l’ex Api ha confermato: «Se Berlusconi mi convincerà gli darò il mio appoggio».
La pressione sull’imprenditore è forte, come dimostra l’acidissimo augurio dell’Api a Calearo «ministro» e a Cesario, «sottosegretario». Clima teso anche attorno a Romano e al nuovo partito centrista, con Casini che è tornato a parlare di «compravendita squallida di parlamentari» e Romano che gli ha replicato «forse si riferisce a quei parlamentari eletti nelle liste del Pd o del Pdl che lui stesso ha poi imbarcato nel suo partito. O forse a quella indecente compravendita politica che ha dato origine in Sicilia al Lombardo quater». Oppure «ai posti di sottogoverno che in questi due anni ha elemosinato». Accuse reciproche gravissime, che lasciano poco spazio all’idea di un terzo polo che faccia perno su un centro pacificato e unito.
Il Pid si organizza quindi per fare da solo. Il gruppo alla Camera dovrebbe presto arrivare a otto deputati.
I tre in più rispetto ai fondatori dovrebbero arrivare da altri gruppi e potrebbero votare con il Pid già oggi. In prospettiva, i fuoriusciti dell’Udc puntano ad arrivare a dieci. Bocche cucite su i nomi. Angelo Cera, esponente pugliese dell’Udc ieri ha detto che rimarrà con Casini e non appoggerà un governo dove c’è la Lega Nord. Ma le pressioni che arrivano dalla regione sull’esponente vanno verso un’altra direzione.
Altri esponenti centristi sono a disagio nell’Udc potrebbero decidere di uscire allo scoperto nei prossimi mesi. Tardi per il voto di fiducia, comunque in tempo per rendere sempre più difficile una maggioranza alternativa a quella uscita dalle urne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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