«Dopo essermi laureato in Italia nel lontano 1994, ho frequentato il dottorato alla Stanford Graduate School of Business negli Usa, uno studio durato 6 anni - spiega Francesco Giovannoni, oggi professore associato all'università di Bristol in Inghilterra -. Claudia, mia moglie mi ha raggiunto negli Stati Uniti nel '95, anch'ella aveva tutte le intenzioni di frequentare il dottorato a Ucla, ma quando ha saputo di aspettare nostra figlia ha deciso di venire a Stanford e fare un Master in scienze politiche». La mia esperienza ad Active Decisions, una piccola società di software, è stato il mio primo impiego, dopo l'università in Italia e il Master a Stanford - spiega Claudia Castagneto - conciliare famiglia e 10 ore al giorno di lavoro, qualche volta, non è stato facile, ma da questa esperienza ho imparato molto. Erano, allora, gli anni «caldi» per Internet, quando i due fondatori di Google erano ancora all'Università. Ho imparato come nasce una compagnia, come funziona un sito web, come nasce e si sviluppa un software e come si commercializza. Era una ditta piccolina, perciò ho dovuto dimostrare elasticità nelle mie mansioni. Non c'erano gerarchie, ma persone giovani con un forte spirito imprenditoriale! I laureati americani entrano nel mondo del lavoro a 21 anni e, a 27 anni, quando in Italia s'incomincia, hanno già esperienza e sono più mobili sul mercato del lavoro.
«La prima opportunità di lavoro arriva nel 2000, all'università di Newcastle in Inghilterra - spiega Giovannoni - dove sono rimasto due anni, poi sono andato all'università di Bristol come professore associato, e da 5 anni faccio ricerche, studi e dedico molto del mio tempo all'insegnamento».
Quali differenze ci sono tra l'università americana, quell'inglese e quell'italiana? «Si potrebbe dire che l'università inglese sta a metà tra quella americana e quella italiana. Qui si soffre di vincoli burocratici come negli atenei italiani, ma, mediamente, le assunzioni e le promozioni si fanno in base a criteri di merito. In altre parole, in Italia si viaggia a due velocità. Ci sono concorsi dove la qualità dei candidati non conta assolutamente nulla, invece, ce ne sono altri dove la preparazione conta molto e concorrono bravi aspiranti insegnanti, ma si fanno in ogni caso nelle solite 7-8 sedi».
Ci sono delle nostalgie e rimpianti nelle vostre scelte? Chiediamo ai coniugi Giovannoni Castagneto che hanno lasciato l'Italia 14 anni fa e non hanno nessun'intenzione di tornare. «Direi proprio di no. L'Italia è uno splendido paese da visitare, ma nel quale vivere e lavorare nel mio campo accademico - puntualizza Giovannoni - è davvero difficile. Chi è riuscito ad entrare non mi pare così contento, i compromessi sono tanti e gli stipendi sono piuttosto bassi, in quanto commisurati solo all'anzianità e non al proprio valore».
«A parte gli affetti in Italia, sono molto contenta della mia carriera professionale - afferma Castagneto - senza favori, ma grazie alle mie capacità oggi sono Responsabile Marketing in una buona società, ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissata, anche se non è stato facile».
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