Fumo e divisa Il Pentagono vuole mettere al bando le sigarette nell’esercito

Se davvero il ministro della Difesa americano, Robert Gates, deciderà di fare propri i consigli degli esperti sanitari del Pentagono, presto i soldati americani si troveranno a combattere anche contro un altro nemico: il fumo. Il Pentagono si accinge infatti ad avviare una serie di misure che renderanno sempre più difficile fumare sotto le armi. Marines e soldati non solo non avranno più a disposizione nelle loro basi sigarette e affini, ma saranno tenuti a seguire regole tali per cui dovranno fumare sempre meno. Fino a smettere. È questa la raccomandazione che gli esperti sanitari del Pentagono hanno fatto al ministro Gates, invitandolo a prendere in «seria considerazione» l’ipotesi di far smettere di fumare tutti i militari Usa.
La proposta deriva da uno studio condotto dall’Istituto federale di Medicina, il quale ha rilevato in particolare due elementi: che tra i militari americani il consumo di tabacco è in aumento; e che sono in aumento i costi della assistenza sanitaria legata a malattie correlate al fumo. Per questi motivi sarebbe «molto opportuno» avviare politiche che portino a limitare il fumo tra i militari, in modo da riuscire nel lungo periodo a debellarlo del tutto.
Lo studio ha rilevato che a fumare sono soprattutto soldati e marines (il 37%), cioè i più esposti nelle guerre in corso in Irak e Afghanistan. Ma tra i militari la media dei fumatori è comunque del 32%, ben più alta di quel 20% relativo alla popolazione americana adulta.
Non va bene - rileva lo studio - né per la loro salute, né per i conti dello Stato. Secondo l’indagine, il consumo di tabacco costa infatti al Pentagono 846 milioni di dollari all’anno in «assistenza medica e perdita di produttivita», e il ministero della Difesa spende fino a 6 miliardi di dollari per trattamenti di malattie correlate.


Lo studio riconosce tuttavia che affinché le nuove direttive possano trovare applicazione sarà necessario abbattere una barriera culturale, quella - scrive lo studio - fondata «sull’immagine del soldato in battaglia che, in elmetto e sigaretta, combatte in nome e per conto della patria». Addio dunque, d’ora in poi, a volti di eroi-soldato come Humphrey Bogart o Robert Mitchum, che nei momenti cruciali si accendono una sigaretta.

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