Il fumo raggiunge anche San Pietroburgo Fonti mediche: «Ospedali pieni di morti»

Dopo Mosca, il fumo degli oltre 500 incendi divampati in varie aree della Russia ha raggiunto anche la seconda città del Paese, San Pietroburgo. Nessun problema si registra però, almeno per ora, all’aeroporto internazionale di Pulkovo, a differenza di quanto sta accadendo a Mosca. Intanto si intensificano gli aiuti internazionali. La Germania invia oggi ai moscoviti 100mila mascherine, promessi inoltre numerosi aerei. La Francia manderà un idrovolante e 120 pompieri.
A Mosca, il fumo è diventato insostenibile per la popolazione. Due medici della città hanno denunciato sotto anonimato di essere stati invitati a non scrivere diagnosi di malattia e morte legate all’ondata di caldo e fumo. «Non possiamo scrivere queste diagnosi, non vogliamo essere licenziati», ha scritto un dottore nel suo blog sul Livejournal, riferendo che i corpi delle vittime del colpi di caldo e delle intossicazioni sono ammassati nei seminterrati perché le celle frigorifere sono piene. Una situazione, aggiunge, analoga a quella di altri ospedali di Mosca. Le vittime ufficiali sono 52. Le fiamme hanno anche danneggiato per decine di milioni di euro uno stabilimento top secret vicino a Kolomna, 100 km a Sud-est di Mosca: il centro di progettazione del ministero della Difesa per la creazione e il collaudo dei missili Iskander e Igla.

Il fuoco ha minacciato anche un nuovo centro nucleare, quello del distretto di Snezhinsk, sugli Urali. La cappa e gli inviti della Farnesina a non mettersi in viaggio, non sembrano, stando alle partenze registrate ieri a Fiumicino, scoraggiare i viaggi da Roma verso Mosca.

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