Paolo Bracalini
La candidata ulivista Livia Turco visita lospedale S. Luigi di Orbassano (Torino) e il giorno prima, il responsabile del policlinico si premura di annunciare larrivo della capolista in Piemonte a tutti i dipendenti dei reparti, aggiungendo che lonorevole «sarà disponibile per un breve incontro». Un invito spedito via e-mail, con priorità alta, che trasforma la «normale» visita della Turco (lunedì mattina in tour anche negli istituti torinesi Martini e Maria Vittoria) in un comizio elettorale, contestato duramente dalla Cdl. La legge sulla par condicio vieta lutilizzo di strutture pubbliche per campagna elettorale e «ogni attività di comunicazione istituzionale ad eccezione di quelle indispensabili per il funzionamento della struttura». E tra queste non rientra, evidentemente, il comizio di un candidato al Parlamento tra le mura di un ospedale pubblico. Così, per lo zelo di Carmelo Frigione, commissario straordinario di area Margherita nominato tre mesi fa alla guida del S. Luigi, lepisodio diventa un caso politico e una nuova prova di «tafazzismo della sinistra» (come titolava ieri La Stampa). Enzo Ghigo, capogruppo di Forza Italia in Regione ed ex presidente del Piemonte, ieri mattina ha presentato in consiglio uninterpellanza in cui si chiede ladozione di «provvedimenti in merito allutilizzo di strutture pubbliche a fini elettorali». Per il centrodestra il pericolo è anche il volantinaggio politico nelle aziende sanitarie, «ho già ricevuto molte segnalazioni» dice Ghigo, che invita anche la giunta regionale a impedire che si faccia «propaganda politica nelle sedi non opportune».
Il capogruppo azzurro ha accusato duramente Livia Turco: «La sinistra ha perso ogni pudore e utilizza apertamente le istituzioni per sostenere i propri candidati in campagna elettorale», dice il presidente. Che ha poi lanciato una provocazione: «Chiederemo che nei prossimi 15 giorni gli spazi negli ospedali vengano concessi a tutti i candidati di tutti i partiti». Si aggiunge il commento del capogruppo della Lega Tino Rossi: «Episodio inqualificabile».
Ma è la stessa sinistra a fare retromarcia per prendere le distanze dal comizio ospedaliero della Turco. Lassessore alla Sanità Mario Valpreda (Rifondazione) parla di «leggerezza imperdonabile», per il vicepresidente della giunta regionale Gianluca Susta (Margherita) si tratta di «un episodio riprovevole», il capogruppo diessino Rocco Muliere ammette che «è inaccettabile che il direttore di una struttura sanitaria inviti i dirigenti allincontro con una e-mail». Livia Turco cade dalle nuvole: «Non sapevo nulla della e-mail.
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