Cultura e Spettacoli

FUORI DALLA NOTIZIA - Ma l'autorevole «New Scientist» snobba Empedocle

Le notizie non muoiono sulla carta,
né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove.
Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

La notizia. Carestie di massa, esaurimento delle risorse naturali, crolli economici, bombardamento di informazioni. Sono fenomeni dei nostri tempi, ma già previsti da vari intellettuali e scrittori di fantascienza del secolo scorso. La rivista New Scientist ricorda oggi cinque di questi «futurologi» che nei loro scritti hanno immaginato e previsto ciò che poi si è verificato.
- VERNOR VINGE. Informatico e scrittore di fantascienza, nel 1981 definì il concetto di cyberspazio e ha coniato il termine «singolarità tecnologica», idea secondo cui il progresso scientifico raggiungerà un punto in cui oltrepasserà la comprensione umana e darà vita ad un nuovo tipo di civiltà con l'unione di macchine e uomini in esseri superintelligenti.
- WALT DISNEY. Nei suoi ultimi anni di vita fu ossessionato da come le città dovevano essere progettate. Il Prototipo sperimentale di comunità del futuro o Epcot è un'utopica città del futuro per un massimo di 20mila abitanti e dotata di tutte le nuove tecnologie. Dal progetto è nato il parco di divertimenti omonimo Epcot nel 1982 vicino a Orlando.
- H.G. WELLS. Autore di successi come La guerra dei mondi e L'uomo invisibile, in The Shape of Things to Come del 1933 predisse che una seconda guerra mondiale sarebbe iniziata negli anni '40 con un uso massiccio dei combattimenti aerei e la devastazione delle città.
- CLUB DI ROMA. Nel 1972 il gruppo di esperti composto da premi Nobel, politici e intellettuali pubblicò il Rapporto sui limiti dello sviluppo o Rapporto Meadows, in cui prevedeva per il XXI secolo carestie di massa e crolli economici, quando l'umanità avesse esaurito le risorse naturali.
- ALVIN TOFFLER. Nel 1970 pubblicò Shock futuro, in cui sosteneva che il tasso di cambio tecnologico sarebbe diventato così grande da lasciare le persone disorientate e alienate. Coniò l'espressione «sovraccarico di informazioni» per descrivere le conseguenze del bombardamento continuo di informazioni di dubbia rilevanza sulle persone. (fonte: Ansa, 7 maggio 2009).

Fuori dalla notizia. «E io allora? Sentite qua. "Un'altra cosa dirò: non v'è nascita d'alcuna delle cose/ mortali, né termine di morte funesta;/ ma solo mescersi e dissolversi di sostanze commiste/ v'è, e fra gli uomini ha nome nascita". Non somiglia al DNA? E ancora "\ molti \ nascere con due petti e due volti;/ bovi con fronti virili, od al contrario sorgere/ virili busti con teste taurine, e commiste forme di maschi/ e di femmine con ombrose membra \". Eccovi i parti mostruosi causati dal talinomide. Poi: "Non s'adornano le sue membra d'umano capo/ né balzano dal dorso due remene,/ piedi non ha, né veloci ginocchia, né pudende vellose, ma solo è una mente sacra e ineffabile,/ che per tutto il mondo si lancia con veloci pensieri". E questo è Dio, se vi pare poco. Infine, tanto per gradire: "Perché fui un tempo fanciullo e fanciulla,/ arbusto ed uccello e muto pesce del mare". Oplà, la mutazione genetica. Firmato: Empedocle (Agrigento, 492 a.C. circa - 430 a.C.

circa)».

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