Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.
La notizia. Il 2009 potrebbe essere (di nuovo) l'anno di Plutone: i fedelissimi dell'ex Nono Pianeta cercheranno infatti di rovesciare la sentenza di due anni fa dell'Unione Astronomica Internazionale (Iau) che lo declassava a «pianeta nano» dopo 67 anni di onorata carriera, dato che venne scoperto solo nel 1930 dallo statunitense Clyde Tombaugh. Contraria al declassamento è la Nasa, che lanciò tre anni fa una sonda da 460 milioni di euro che dovrebbe raggiungere Plutone nel 2015. L'ente spaziale statunitense vorrebbe che per motivi di dignità scientifica e pubblicitaria la missione riguardasse non l'eponimo dei «plutoidi», in base alla nuova classificazione dell'Iau, ma un pianeta vero e proprio. In attesa del prossimo congresso dell'Iau, che si svolgerà a Rio de Janeiro nel prossimo agosto, rimane valido il verdetto degli astronomi, che hanno fissato anche le condizioni da rispettare per essere ammessi nella nuova categoria: possedere una massa sufficiente a creare una forza di gravità propria non trascurabile e trovarsi in un'orbita trans-nettuniana. Plutone ha dovuto subire anche l'onta di non essere il più grande della categoria: il corpo transnettuniano 2003 Ub 313 - ribattezzato con il nome di Eris, la dea greca della contesa - è circa il 27 per cento più massiccio di Plutone e può quindi fregiarsi del titolo di nono corpo celeste in ordine di grandezza a orbitare attorno al Sole. Non esiste un consenso universale tra gli astronomi sulla definizione esatta di «pianeta»: nell'ultimo congresso dell'Iau, a Praga, una delle ipotesi al vaglio degli specialisti era allargare il club planetario anche ad asteroidi quali Eris, uno degli ultimi corpi celesti scoperti alla periferia del sistema solare (la cosiddetta «cintura di Kuiper»). Si è invece deciso di creare due categorie: i pianeti veri e propri e i «pianeti nani», valide entrambe solo all'interno del Sistema Solare: i primi sono i corpi celesti che orbitano attorno al Sole e che sono abbastanza massicci perché la gravità li abbia resi sferici (ma non così tanto da innescare reazione termonucleari al loro interno) e hanno «ripulito» l'intorno della loro orbita da altri detriti planetari. La decisione presa a Praga ha evitato un Sistema Solare comprendente fino a 53 «pianeti»: per alcuni specialisti, infatti, se Eris avesse rispettato i parametri non sarebbe stato certamente il solo nuovo membro (nella sola «cintura di Kuiper» orbitano circa 700 oggetti). Un terzo gruppo di astronomi aveva proposto una classificazione basata sulla composizione piuttosto che solo sulla massa: con un criterio di questo genere, Giove potrebbe essere classificato come un «gigante gassoso», mentre oggetti quali Eris e Plutone (dalla temperatura superficiale media di 233 gradi centigradi sotto lo zero) sarebbero «nani ghiacciati». (Apcom, 3 gennaio 2009)
Fuori dalla notizia. Si chiuderà domani, con i messaggi ai cittadini, la Campagna Elettorale Solare, che ha visto scendere in campo, per la scelta del decimo e ultimo pianeta del nostro sistema, gli esponenti del fior fiore delle scienze e delle arti. Come noto, a seguito delle polemiche che riguardarono, una cinquantina di anni fa, l'inclusione o meno di Plutone nel novero dei pianeti propriamente detti, il Governo Congiunto Latteo decise, nel 2058, di affidare all'esito di una tornata elettorale la decisione dell'ultimo pianeta. Così, dopo due anni di CES che hanno visto confrontarsi a colpi di dischetti cerebrali e trasferimenti paralleli offerti gratuitamente agli aventi diritto al voto i due schieramenti, la Lista per Fiocco di Neve e la Lista per Sassolino, siamo giunti al momento della verità.
Oggi, a soli tre giorni dalla chiamata alle urne, i sondaggi danno i sostenitori di Sassolino in lieve vantaggio su quelli di Fiocco di Neve. Ma i messaggi finali che verranno diffusi domani sera a reti unificate potrebbero cambiare l'esito della contesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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