«Si stabilisce che non è reato vendere sottocosto il bene di unassociazione che si presiede, qual è un partito. Si stabilisce che è normale che un partito venda a società off-shore un bene che possiede frutto di una donazione. Si stabilisce che è inutile frignare se quel bene, donato per la buona battaglia, finisce nella disponibilità del cognato di chi guida il partito. Tutto questo non lo si può ufficialmente chiamare vergogna, altrimenti arriva la querela. Lo chiameremo Andrea, ma non cambia poi molto. Abbiamo un giudizio molto negativo sulla sentenza, almeno questo si può dire, signor giudice?». Il leader della Destra, Francesco Storace, è furibondo. Furibondo ma determinato a continuare la battaglia sul caso Montecarlo. «Ovviamente non ci fermiamo annuncia Storace cè la Cassazione, cè la sede civile, molte sono le sedi giurisdizionali dove far valere le ragioni di una comunità che non si arrende. Sia maledetto quel bene e chi lo detiene abusivamente. E chi glielo ha regalato, alla faccia di 27 ragazzi morti ammazzati. È alle loro famiglie che Gianfranco Fini deve chiedere scusa. Quello che è successo può sfuggire alla legge, ma non alla morale, alletica, alla politica. È grave, grave, grave. Reagiremo». Il leader della Destra punta lindice contro il doppiopesismo: «Dice il mio portiere che la legge è uguale per tutti. Ma credo che stia cambiando città, regione, paese. Spero di non dovermi beccare la solita querela dagli incriticabili giudici di questo Paese».
Infine, un post scriptum al vetriolo: «Se Berlusconi telefona in questura va a giudizio immediato per concussione. Se un dirigente Rai denuncia ai giornali che Fini lo ha chiamato per pretendere appalti - soldi nostri - in Rai in favore della suocera non lo è?».Furibondo Storace: «Non ci arrendiamo, reagiremo»
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