Economia

Fusione Suez-Gdf no dei fondi esteri

da Milano

«Villepin fa intravedere la possibilità di vendita di attivi Suez-Gdf all’Enel»: è questo il titolo incoraggiante che il quotidiano economico francese La Tribune riserva all'incontro italo-francese di venerdì scorso (il giornale non esce durante il fine settimana). Ma intanto Knight Vinke Asset Management, fondo azionista di Suez con l'1%, ritiene che il progetto di fusione con Gdf sia contrario agli interessi degli azionisti Suez. Lo ha dichiarato, in un'intervista alla stessa Tribune, il gestore del fondo, Eric Knight, spiegando che «gli istituzionali stranieri non voteranno in favore dell'operazione prevista, se le condizioni non saranno modificate. Con il nostro ingresso nel dibattito pubblico, pensiamo di poter raccogliere il 20% del capitale di Suez. E, se le assemblee generali di Suez non riuniscono solitamente oltre i due terzi delle azioni, con il 20% dei titoli si può bloccare una fusione che si deve fare con la maggioranza dei due terzi dei votanti».
Parlando a Canal +, il ministro delle Finanze francese, Thierry Breton, si è invece detto «molto fiducioso» di poter ottenere una maggioranza parlamentare sul progetto di legge che prelude alla fusione, prevedendo che l'opposizione finirà con «diventare ragionevole». Quanto alle possibilità di cessione di asset di Suez, il corrispondente della Tribune da Roma riporta le parole del primo ministro francese Dominique de Villepin secondo il quale «ci potrebbe essere un'evoluzione di alcuni attivi» di Suez e Gdf se l'Unione Europea identificasse delle incompatibilità della fusione con le regole di concorrenza. La decisione è prevista entro il 25 ottobre. Il giornale non parla tuttavia delle mire di Enel sulla belga Electrabel, ma su altri attivi di Suez in Belgio come Spe e Fluxis.

Riguardo all'inchiesta sollecitata dal ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani, presso le Autorità per la concorrenza e l'energia, sulle società legate a Edf in Italia, La Tribune riporta le parole del presidente di Edf, Pierre Gadonneix, il quale si dice «assolutamente fiducioso poichè la partecipazione in Edison è stata completamente approvata dalle autorità politiche italiane ed europee».

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