«Le fusioni tra banche non sono finite»

da Milano

Il consolidamento del settore bancario europeo «è un processo che continuerà anche se a livello di molti Paesi europei c’è poco da fare» ha detto ieri l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, nel corso di un incontro alla Scuola Normale di Pisa. «In Italia, come in Spagna, Francia e Inghilterra - ha aggiunto - il grosso è stato fatto, mentre ad esempio la Germania è lontanissima dai risultati italiani»: in Europa non esiste nessun altro «caso di un sistema bancario così aperto» come quello italiano. Secondo Passera, le oltre 500 fusioni tra banche che si sono avute negli ultimi 10 anni in Italia hanno portato «a un sistema concorrenziale che funziona». In particolare per Intesa Sanpaolo «in Italia non c’è più molto da fare, anche se anche noi siamo ancora impegnati in alcune operazioni a livello regionale per una maggiore presenza sul territorio».
Il processo che si è messo in moto, ha poi precisato, continuerà, ma «non in un’unica direzione: nei prossimi anni alcune banche che si sono messe insieme potranno rispaccarsi come già sta avvenendo all’Abn Amro in Olanda. È un po’ il gioco del monopoli con fortissime logiche industriali». Passera ha quindi sottolineato come le banche nei prossimi anni «diventeranno globali, ma ci saranno anche istituti specializzati per prodotto e per settori», mentre nel futuro «non ci saranno più banche piccole non specializzate». Quanto alle popolari, «sicuramente stiamo parlando di banche ottimamente gestite - ha detto -, stanno facendo un grande lavoro di ristrutturazione interna e di consolidamento».
L’ad di Intesa Sanpaolo ha anche difeso il sistema bancario dalle accuse di mutui troppo costosi: l’affermazione che in Italia il costo dei mutui è il più alto d’Europa è «semplicemente non vera» perché nel nostro Paese «si trovano per i mutui le migliori condizioni del mondo» ha sostenuto.
Poi una puntata nel mondo delle imprese: «Ci sarebbe alla grande la possibilità di fare una legge che premi chi fa il passo dimensionale - ha dichiarato -, sarebbe la cosa da fare. Se il fisco fosse più saggio nel premiare chi cresce e chi investe probabilmente favorirebbe un processo di crescita dimensionale».
Infine ha smentito le voci di una trattativa per un possibile ingresso di un partner inglese nel capitale di Eurizon: «Ogni giorno ne spunta una. Non c’è niente di questo genere». L’ad di Intesa Sanpaolo ha quindi confermato che entro la fine di giugno «serenamente, diremo quello che faremo: lo abbiamo detto fin dall’inizio».
Ai cronisti che poi chiedevano se la strada per Eurizon sarà quella del deconsolidamento, Passera ha risposto che «la strada sarà la migliore possibile».

Secondo l’agenzia Radiocor sono in corso trattative per far entrare un socio estero, britannico in particolare. L’ingresso del nuovo azionista dovrebbe concludersi prima del deconsolidamento di Eurizon, per una quota di oltre il 70% del capitale e della sua quotazione in Borsa.

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