Ma il futuro dell’hub milanese resta incerto

da Milano

La proposta «esplosiva» lanciata da Ryanair per Malpensa è indice della forza del vettore irlandese e della sua capacità di cogliere l’attimo: in questo caso, la situazione confusa generata dal piano industriale di Alitalia gioca senz’altro a suo favore. Ma rischia anche di alimentare equivoci che è meglio rimuovere.
Un’eventuale presenza di Ryanair a Malpensa non può essere sostitutiva di Alitalia. Le attività e i modelli di business delle due compagnie sono diversi. Ryanair porterebbe nuovi collegamenti nazionali e internazionali a basso costo, ma senza una logica «di sistema»; non effettua voli intercontinentali e non può agire secondo un modello di compagnia che integra la propria rete di breve e lungo raggio («hub carrier»). Malpensa non è un aeroporto saturo, e quindi il traffico di Ryanair potrebbe essere aggiuntivo rispetto a quello attuale di Alitalia; in altre parole, non occorre che una se ne vada perché entri l’altra. Inoltre in questo momento Ryanair (ma questo vale per qualunque altra compagnia) non può puntare agli slot di Alitalia, perché prima che essi vengano «liberati» passeranno almeno due stagioni Iata, e cioè un anno.
L’interesse di Ryanair per Malpensa è una vittoria del mercato, e conferma il positivo fermento che si è creato attorno allo scalo. Ma se Alitalia, procedendo con i propri piani, lo abbandonerà come «hub», Malpensa cesserà di avere questo ruolo. Nessun vettore, in tempi brevi, può infatti sostituirsi all’ex compagnia di bandiera come «hub carrier», alimentando nello scalo lombardo la propria rete di lungo raggio con passeggeri provenienti da destinazioni di breve e medio.

Non Ryanair, che effettua solo voli europei, ma nemmeno altre compagnie italiane o straniere; quelle italiane per carenze commerciali e di flotta, quelle straniere perché non si potrebbero sostituire ad Alitalia nei diritti di volo intercontinentali che (esclusi gli Stati Uniti) sono frutto di trattati bilaterali tra governi.
In conclusione: a Malpensa potrà anche aumentare l’offerta e il numero dei passeggeri, ma sarà una grande scalo internazionale, e non più uno snodo di traffico com’era stato immaginato.

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