Washington - Un maxi-piano da tremila miliardi per salvare l’euro. Sarebbe questa la carta che il G20 sarebbe pronto a giocare per arginare la crisi dei debiti sovrani in Europa. Una crisi che, secondo il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner, rischia di estendersi al resto del mondo con una serie di "default a cascata". Non c'è nessuna conferma ufficiale, ma non ci sono nemmeno smentite.
Il piano servirebbe soprattutto a rafforzare il capitale delle banche europee più in difficoltà, almeno sedici, per poi rendere possibile il tanto temuto default della Grecia. Centrale in questo schema il ruolo dello European financial stability facility (Efsf), il cosiddetto Fondo salva-Stati attualmente dotato di appena 440 miliardi di euro. "Il fondo va rafforzato", ha spiegato nel corso dei lavori dell’Fmi Lorenzo Bini Smaghi, secondo il quale l’Efsf "deve diventare uno strumento realmente efficace per garantire la liquidità sui mercati". Per il membro del board della Bce non c’è tempo da perdere, ma bisogna "agire tempestivamente nei prossimi giorni". "L’attuale rete di protezione - ha incalzato - va rafforzata per assicurare che il sistema finanziario europeo resista a qualunque schock".
Solo così si potranno garantire "il superamento del rischio-contagio e la paura che i mercati hanno di investire". "Bisognerà convincere i mercati - ha aggiunto Bini Smaghi - che investire sull’euro è una decisione molto valida".
Anche il capo del dipartimento Europa dell’Fmi, Antonio Borges, lancia l’appello per un maggior coinvolgimento del Fondo salva-Stati in Europa, perchè - ha detto - solo attraverso "un’azione congiunta" tra Bce ed Efsf si può sperare di calmare il nervosismo dei mercati e di scongiurare il rischio contagio della crisi del debiti sovrani dal Vecchio Continente agli Usa e al resto del mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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