(...) Andiamo con i particolari: un gruppo di gabbiani reali, che ha nidificato sul tetto del carcere di Marassi, ha «attacca» a più riprese i poliziotti della penitenziaria che si danno il cambio di guardia nelle garitte collocate vicino al luogo dove sono stati costruiti i nidi. La denuncia arriva dal segretario generale aggiunto del Sappe, Roberto Martinelli, secondo cui i poliziotti sono costretti a dotarsi di caschi al momento del cambio della guardia. Succede così: il gabbiano «alfa» si colloca di vedetta sul muro dello stadio vicino al carcere, a difesa del nido, e quando vede avvicinarsi lagente del cambio emette un grido altissimo che fa accorrere gli altri gabbiani i quali, a loro volta, attaccano il poliziotto che si avvicina alla garitta e, quindi, al nido.
I rischi che stanno correndo i poliziotti della penitenziaria a Marassi aggrediti dai gabbiani che difendono il nido sono denunciati da tempo dal sindacato. «La cosa può far sorridere - dichiara sempre Martinelli -, ma crea non pochi problemi ai colleghi, tanto che, per garantirne lincolumità, sono stati messi a disposizione dei caschi che abitualmente non usiamo per quel tipo di servizio armato». La questione «è già da tempo posta allattenzione alla Direzione del carcere e per risolvere il problema sono stati interessati addirittura Vigili del fuoco e Corpo forestale». La replica è una sola: allo stato non è possibile fare nulla perché in Liguria cè una legge regionale che tutela la nidificazione. Quindi, non è possibile rimuovere il nido dei gabbiani dal tetto, almeno fino a quando i piccoli non saranno cresciuti. «Io mi auguro - insiste Martinelli - che si possa trovare quanto prima una soluzione a questo, chiamiamolo così, inconveniente, specie per i colleghi che ad ogni cambio turno di sentinella rischiano di essere beccati dai volatili». Il gabbiano reale, in effetti, ha dimensioni importanti, un becco molto grosso e forte che usa anche per uccidere gabbiani più piccoli e per aprire oggetti che intende mangiare.
E comunque è «intoccabile», anche a giudizio della Regione che ha diffuso una nota (di taglio professorale) con cui ribadisce lo stato delle cose: «Il gabbiano reale è una specie protetta dalla legge nazionale 157/92, altamente adattabile, in grado di distaccarsi dallambiente marino per colonizzare ambienti antropizzati - dice fra laltro il comunicato ispirato dallassessore allAmbiente Renata Briano -. La penuria di cibo nelle acque marine ha favorito lo spostamento di questo esemplare nelle città». La palla passa poi a Comuni e Province: «Se necessario, per contrastare la presenza di nuovi nidi e rimuovere quelli presenti le Province possono organizzare piani di controllo, che si possono attuare solo con il parere obbligatorio di Ispra-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e con la collaborazione dei Comuni».
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