Porto Rotondo - «Mi merito di essere lasciato in pace». Silvio Berlusconi ha la voce un po’ bassa, quando è ormai ora di cena. Ma non sembra poi tanto irritato, né giù di corda. Certo, l’arrabbiatura, diciamo così, per quelle foto chelo ritraggono mentre accoglie sul pontile Marina, così come gli scatti in cui figura Barbara, in parte pubblicati da alcuni quotidiani, sarà pure un po’ scemata. Complice, magari, l’avvenuto sequestro da parte dei carabinierie la denuncia presentata dalsuo avvocato, Niccolò Ghedini. Ma tant’è. E il premier, incompagnia delle due figlie e dei nipotini, da un paio di giorni se ne sta rinchiuso o beato, a seconda dei punti di vista, nella sua Villa Certosa, da dove non vorrebbe uscire a breve. Quantomeno, non avrebbe intenzioni di mettere il naso fuori nei prossimi giorni di vacanze sarde. Nonostante, come ogni anno, all’esterno l’attesa per una sua apparizione rimanga sempre alta. «Sa, ogni volta che incontro i giornalisti, rispondo sempre alle domande, anche per cortesia, e poi le mie parole vengono magari stravolte». Come nel caso del sì alle gabbie salariali «mai pronunciato», questione che affronterà più avanti. Tanto per cominciare, è la tutela della privacy a tenere banco. Uno dei capisaldi, una delle prerogative da sempre nei desiderata dell’inquilino di Palazzo Chigi.
Presidente, altri scatti rubati a lei e alle
sue figlie, sul pontile della sua residenza,
finiti sotto sequestro. Siamo o meno dinanzi
a un «effetto Zappadu», come qualcuno
fa notare? La descrivono parecchio irritato.
«No, irritato no, figuriamoci. Quando dico che non mi arrabbio quasi mai,
parlo con
sincerità».
Possibile che le sia scivolato tutto addosso?
«Ci sono esagerazioni e pressioni assurde,
di continuo. E la preoccupazione, quella
sì, esiste».
Per cosa?
«Rendiamocene conto, non esiste più il
privato, per nessuno. Io, per quanto mi riguarda,
ho fatto tanto e continuo a lavorare
nell'interesse del Paese. Merito, sinceramente,
di essere lasciato un po’ in pace. Basta
violare la privacy».
Se n’è lamentato con i suoi ospiti, lunedì
sera, alla cena organizzata per festeggiare
il quarantatreesimo compleanno di sua
figlia Marina?
«Ma no, ho scherzato con tutti loro. E con
ironia ho detto: “Vi rendete conto che sarete,
stasera, partecipi di una festa che verrà
descritta come qualcosa di diverso?”. In realtà,
è stata una cena tranquilla, come sempre,
tra amici e familiari, in perfetta armonia
e semplicità».
E adesso avrà voglia magari di lasciare anzitempo
l’isola.
«Non lo so. Di certo, il 15 mattina sarò a
Roma, al Viminale, insieme con i ministri
Roberto Maroni e Angelino Alfano, per l’incontro sulla sicurezza già concordato, annunciato
da me all’ultima conferenza stampa.
Poi, nel pomeriggio, andrò all’Aquila, a
verificare lo stato d’avanzamento dei lavori,
che proseguono di gran carriera. D’altronde...
».
D’altronde?
«È una delle nostre priorità di governo e,
voglio ribadirlo ancora una volta, andremo
avanti senza sosta. Grazie anche all’impegno
di Guido Bertolaso, il capo della Protezione
civile, che sento al telefono due volte
al giorno».
Rientrerà subito dopo in Costa Smeralda?
«Davvero, non ho ancora deciso cosa farò
».
C’è chi dice che proseguirà la dieta e i trattamenti
a cui si sta sottoponendo, magari in
qualche resort.
«Be’, vedremo. Intanto, sono dimagrito
già di cinque chili».
Voltiamo pagina e affrontiamo il caso politico
attuale più spinoso: le gabbie salariali.
«Chiariamo subito: non ho mai detto sì».
Scusi?
«È la solita storia. Si monta una polemica
assurda sul nulla. E so anche che adesso
diranno che ho fatto retromarcia, che mi
sono rimangiato tutto o chissà cos’altro. La
verità è un’altra».
Ci spieghi.
«Quando ho affrontato la questione delle
retribuzioni legate al territorio, non ho mai
parlato di gabbie salariali. E quando ho detto che mi sembra sia
giusto discutere di questo
rapporto mi riferivo semplicemente a
qualcosa che già esiste».
A cosa allude?
«Alla contrattazione decentrata, già approvata
peraltro dalle categorie sindacali,
Cgil esclusa».
Quindi nulla a che vedere con le gabbie salariali?
«Nulla di tutto questo. E basterebbe andare a rileggersi le dichiarazioni esatte che ho rilasciato qualche giorno fa al Mattino per comprenderlo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.