«Gabbo vive ancora» In attesa del processo ricostruito in un libro l’omicidio di Sandri

È dedicato agli spiriti liberi, a quelli in vita e anche a quelli che non ci sono più, il libro su Gabriele Sandri, il giovane tifoso della Lazio ucciso nel novembre scorso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto. Il volume, presentato ieri pomeriggio in Campidoglio, è intitolato 11 Novembre 2007, l’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia per la repubblica un titolo che riporta la data in cui «Gabbo», perse la vita in un autogrill sull’A1 nei pressi di Arezzo.
Oggi Gabriele avrebbe compiuto 27 anni; dopodomani si andrà in tribunale ad Arezzo. Per quel giorno, infatti, è prevista l’udienza preliminare. «La mia famiglia si costituirà parte civile - dice Cristiano Sandri, fratello di Gabriele-. Non avremo modo di vedere l’imputato perché credo che il processo sarà in contumacia, ma sapremo se l’imputato deciderà per il rito abbreviato o il giudizio davanti la corte d’assise». Cristiano, avvocato legale della famiglia, mostra 2 tavole che ricostruiscono i fatti. «La testimonianza di 4 persone dice che l’agente, a braccia tese, puntava verso la macchina». Nella seconda tavola è riportata la raffigurazione dell’auto su cui si trovava Gabriele al momento dei fatti: «L’auto stava lasciando l’autogrill - sostiene -. Se c’è stata una deviazione del proiettile è stata minima, ma secondo il nostro studio non c’è stata deviazione. Anche i risultati delle tre consulenze chimiche effettuate sul proiettile mostrano che sul proiettile sono state trovate tracce del vetro dell’auto del metallo della collanina tranciata e fibre di abito». 11 Novembre 2007 è un libro-inchiesta.

«Vorrei dare una chiave di lettura per capire le motivazioni che portarono a una comunicazione deficitaria per quanto riguarda la reazione che dopo l’omicidio, negli stadi e nella città - chiude Maurizio Martucci, l’autore -. Nel libro mi pongo degli interrogativi: perché si è atteso a rinviare la partita dell’Olimpico e perché la zona attorno allo stadio era abbandonata dalle forze dell’ordine?».

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