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Gag e applausi, duetto Bossi-Formigoni

Calderoli rivendica la guida della Regione per il Carroccio: «Berlusconi ci ha dato garanzie, la presidenza sarà nostra»

Bossi e Formigoni duettano sul palco da vecchi amici. «Fategli un applauso» è l’invito del Senatùr ai leghisti che affollano il parcheggio di Malpensa per la manifestazione in difesa dell’hub. L’intesa è sotto gli occhi di tutti, sui contenuti e sulle scelte in giunta prima ancora che sulla successione alla guida della Lombardia. «Quando vuole è bravo, ha fatto passare il documento sul federalismo» gli fa i complimenti Bossi e sembra quasi un’investitura al futuro ministro del governo Berlusconi. Poi scherza: «Roberto, eri a scuola con Castelli tu? Era bravo? Non era ancora furbo come adesso». Chiama l’ex ministro della Giustizia, accreditato da molti come possibile futuro governatore: «Non ti batteva nessuno già allora con le donne...».
Diciamo che i leghisti lo danno per scontato: l’erede di Roberto Formigoni sarà uno dei loro. E anche se di scontato non c’è nulla e molti in Forza Italia non vogliono mollare il colpo, Roberto Calderoli butta lì una rivendicazione che più esplicita non potrebbe essere: «Berlusconi ci ha dato garanzie che la prossima presidenza sarà della Lega». Cauti Roberto Maroni e Roberto Castelli, gli esponenti del Carroccio più accreditati, nel caso in cui la bandiera con il Sole delle Alpi sventolerà sul Pirellone. «Io governatore? Ci sono molti se - spiega Castelli - e cioè se vinceremo le elezioni, se Formigoni diventa ministro, se spetta alla Lega la Lombardia oppure il Veneto... Noi abbiamo chiesto Lombardia e Veneto». Evasivo Maroni: «Adesso occupiamoci di Malpensa».
La campagna elettorale è aperta e non è certo il caso di alimentare questioni tra alleati. Così l’azzurro Formigoni non si sottrae nemmeno quando Bossi gli chiede di unirsi al coro «Lombardia libera, Malpensa vola». Formigoni spiega la sintonia con il Senatúr: «C’è un ottimo clima tra me e la Lega, siamo in perfetto accordo sui temi fondamentali e sugli assessorati. Gli ho dato quegli assessorati (sanità e territorio, ndr) perché siamo d’accordo sul modo in cui li gestiscono». L’intesa in Regione all’interno della coalizione è senza incrinature e sono lontani i tempi dello scontro tra Formigoni e l’ex assessore (ed ex leghista) Alessandro Cè. Il presidente della Regione è stato tra i primi a indicare Castelli come suo successore, nel caso in cui quel ruolo toccasse al Carroccio. Come prova plastica dei buoni rapporti, Formigoni abbraccia Rosy Mauro.
A scanso di equivoci, comunque, al ritorno dalla manifestazione di Malpensa Formigoni si è fermato a un gazebo a firmare la petizione lanciata da Forza Italia: «La moratoria è l’idea giusta e buona che non danneggia nessuno. Non costa niente e salva sia Alitalia sia l’aeroporto di Malpensa». E dal palco il governatore cerca anche di difendere la causa dell’unità nazionale.

Sfida il pubblico padano: «Carissimi amici della Lega, la battaglia per Malpensa è sacrosanta. Siamo qui a difendere non solo gli interessi lombardi, ma di tutti gli italiani che versano i loro soldi al fisco». Nella folla non tutti gradiscono: «Paga il Nord, gli altri un c...».

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