Simona Galassi, 86 vittorie e una sconfitta in carriera, tre volte campionessa continentale e altrettante volte iridata da dilettante; dopo il passaggio al professionismo ha conquistato nel 2007 la cintura europea. Simona, possiamo dire che la Bianchini sia lavversaria più dura della sua carriera?
«Questo potrò dirlo solo dopo averla affrontata. La Bianchini viene data per favorita, ma sulla carta è facile parlare. Come andranno davvero le cose lo si potrà vedere solo sul ring: lì la verità viene a galla».
Sono in molti a dubitare della sua capacità di reggere la distanza dei 10 round...
«Lo so, lho sentito dire, ma è una sciocchezza. Sono mesi che mi preparo al meglio per quest'appuntamento e potrei fare anche più di dieci riprese! In fondo si tratta della quarta volta che combatto su questa distanza, non certo la prima».
Come si è allenata?
«Purtroppo per una donna che fa boxe è difficile trovare le giuste partner di allenamento, per la carenza di ragazze di un certo livello. I primi mesi ho boxato con i ragazzi, poi ho svolto dieci giorni di guanti piuttosto intensi con la romena Lihet».
Che effetto fa disputare il match più importante davanti alla propria gente?
«Non è la prima volta che combatto a Forlì, ma è sempre un'emozione. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: la responsabilità che ti porta a strafare».
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