Alla galleria Emmeotto la rivincita della «figura»

La galleria Emmeotto (via Margutta 8) si prende una pausa dalla sua programmazione dedicata ai grandi del passato (Capogrossi, Pascali, Ceroli) per dare inizio a un progetto che si svilupperà nel corso dell’anno. Un percorso su un doppio binario, che vede questa mostra dal titolo «La strategia del ragno» il primo momento di riflessione nei confronti della giovane arte, in questo caso pittura e ancora di più pittori poco visti nella capitale, nonostante i loro tanti successi. Curata da Gianluca Marziani, la mostra indugia soprattutto sul desiderio di far conoscere in maniera approfondita il lavoro dei quattro artisti invitati. Non un vero filo comune lega le opere presentate al pubblico, eppure la mostra appare organica e anche piacevole allo sguardo. Un’armonia nonostante le differenze stilistiche tra gli artisti invitati. Ma il linguaggio è per tutti quello figurativo, anche se in alcuni l’idea del concettuale appare più forte; ma sia che si persegua il proposito del figurativo tout court, sia che ci siano sollecitazioni di tipo concettuale, i quattro artisti inseguono la pratica del dipingere, intendendo ogni volta tracciare un segno con il pennello. I quattro invitati non a caso rappresentano nomi consolidati . Bazan, artista palermitano, racconta il vivere quotidiano, attraverso figure smilze, che paiono essere divertenti personaggi extraterrestri. Galliano invece ha dalla sua una vera attitudine per l’occhio fotografico, che registra in maniera emozionale, proprio grazie alla sublimazione pittorica. Andrea Chiesi dipinge paesaggi post industriali, che fissano l’immagine e che, proprio per questo, sembrano esclusi dalla cruda realtà e ricondotti in una dimensione di maggiore emotività.

Marco Neri invece, attraverso la pratica dell’essenziale, è arrivato a veri e propri lettering, che vengono presentati agli spettatori sotto uno scheletro geometrico senza mai abbandonarsi al bello estetico. Fino al 31 gennaio.

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