Massimo Tengattini
da Bergamo
È un Milan decisamente allarrabbiata quello che esce dal Comunale di Bergamo. Con un gruppo di esagitati atalantini che se la prende anche con lauto su cui si trovano Adriano Galliani e il figlio. Insulti, calci e pugni contro portiere e finestrini, ma per fortuna nessuna seria conseguenza. Una sconfitta, quella con lAtalanta, che ai rossoneri non va proprio giù. Sul banco degli imputati ancora una volta la terna arbitrale diretta da Pieri. Galliani preferisce non commentare, ma le poche frasi che pronuncia bastano e avanzano per far capire quale sia il suo stato d'animo: «Sto in silenzio perché sono inibito - dichiara - e perché non voglio avvantaggiare i miei nemici. Gli episodi in area di rigore? Gli occhi per vedere ce li hanno tutti. Per noi, comunque, parlerà Ancelotti».
Il tecnico non si è tirato indietro, puntando l'indice contro le decisioni arbitrali. Ma ha anche ammesso che, episodi discutibili a parte, qualcosa in questo Milan non funziona ancora: «Purtroppo non siamo riusciti a essere brillanti come in Champions league. Contro l'Atalanta sono mancate attenzione e determinazione. Non siamo in crisi nera, ma questa mancanza di continuità non va bene. Dobbiamo lavorare». Daniele Bonera, protagonista dell'episodio nell'area bergamasca nel primo tempo (fallo di Tissone) non sanzionato da Pieri, ha espresso tutto il proprio malumore: «Dispiace, perché se ci avessero fischiato il fallo di rigore e fossimo passati in vantaggio probabilmente la partita sarebbe finita in un altro modo. È vero che non abbiamo giocato come contro l'Anderlecht, però crediamo che qui a Bergamo siamo stati puniti più del dovuto».
Tutt'altra aria, ovviamente, in casa Atalanta.
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