«In gara il compagno conta poco, anzi niente»

nostro inviato a Suzuka

Mentre nella baracca accanto litigano, in quella Ferrari è uno sfilare di sorrisi e pacche sulle spalle ed entusiasmo a fior di pelle. Mostra denti luccicanti e smaglianti Felipe Massa che confida e si carica, spiegando che «sarebbe un sogno se Michael diventasse campione qui (deve vincere e sperare che Alonso resti fuori dai punti, ndr), perché così io potrei provare a trionfare in Brasile, a casa mia». Un sorriso, il suo, che diventa ancor più grande quando commenta i malesseri Renault e, su tutto, lo scontro fra compagni: «C’è poco da dire, l’armonia fra i due piloti della stessa squadra è importante, aiuta il team, e fra me e Michael il rapporto è davvero fantastico».
Felipe esterna, intanto Schumi fa la spola tra le baracche che fungono da paddock e i suoi meccanici nel box. Avanti e indietro sotto la pioggia «ma penso che la gara sarà sull’asciutto», rivela convinto il tedesco. «A Shanghai siamo stati bravi e fortunati, forse ho corso uno dei gp più belli della mia carriera. Sono ottimista, tanto più che già in passato ho vinto mondiali lottando fino all’ultimo per pochi punti». Da qui a commentare la tensione di Alonso, il passo è breve: «Quanto conta, nella lotta per il titolo, l’aiuto del compagno di squadra? Non molto, anzi, penso proprio che, alla fine, il risultato del mondiale non cambi per il loro contributo. Anche perché, a ben vedere, io e Fernando stiamo guidando meglio degli altri. E poi preferisco sempre concentrarmi sul mio rendimento... contano le mie prestazioni, non quelle del collega di team. Il compagno può invece diventare determinante in qualifica: lì sì, che una sua buona prestazione può tenere indietro gli altri in griglia».
Piove che Dio la manda ma il meteo del Cavallino scommette sul sole e poi c’è kaiser Michael che sottolinea, quasi a tranquillizzare tutti, «che con la pista che si asciuga, siamo alla pari con la Renault o addirittura meglio... se non piove siamo i più forti e ora abbiamo un paio di novità anche per le gomme da bagnato». Questo alla voce polimeri.

Per quanto concerne i sogni iridati, il ferrarista scaccia il pensiero di diventare campione qui (non ha portato neppure la moglie, ndr), «domenica sera prendo il mio aereo e vado subito a casa», dice, e spiazza tutti all’ennesima domanda sul conto alla rovescia del ritiro: «Certo, mi fa effetto pensare che saranno le mie ultime due gare, però la sapete una cosa? Ci penso, ma sono molto felice di aver deciso di smettere».

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