«De Martino» è o non è «De Martini»? Il quesito resta più che mai attuale, dopo la recente votazione in consiglio regionale per la nomina del Garante dellinfanzia. Votazione che, per lennesima volta, è andata buca per quella scheda contestata, la 27ª (necessaria e sufficiente per lelezione), in cui qualcuno ha scritto il cognome al singolare invece che al plurale. Di fronte alle rimostranze di alcuni membri dellassemblea, in particolare Matteo Rosso e Marco Melgrati del Pdl, il presidente Rosario Monteleone ha lasciato la patata bollente in mano alla segreteria generale che dovrà esprimersi sulla validità o meno del voto a favore della candidata allincarico di Garante, la professoressa Isabella Susy De Martini, cui erano andati gli altri 26 voti regolari.
E mentre la stessa De Martini, in attesa della pronuncia del segretario generale della Regione, chiede il parere di un noto avvocato amministrativista in vista di un eventuale ricorso al Tar, il Comitato nazionale dei Radicali si scaglia con una nota molto polemica contro «i partitocrati che si arrampicano sugli specchi». Il senso della dichiarazione, affidata ad Alessandro Rosasco, è subito chiaro: «La decisione di ricorrere al Tar, da parte di De Martini con il sostegno di Monteleone, ha dellincredibile, e mi chiedo come possa in futuro il Consiglio regionale tornare a votare per una candidata che dimostra con questo gesto il massimo disprezzo per la decisione sovrana di un organo elettivo». I Radicali rincarano la dose: «Susy De Martini ha fatto benissimo a candidarsi - riconosce Rosasco - se il suo curriculum corrisponde ai requisiti di legge, ma le sue reazioni sugli sviluppi di questa nomina non fanno che aumentare i dubbi su chi ritiene che il suo nome non sia il più adatto per un ruolo di garanzia e non perché abbia il peccato di aver fatto politica».
Il riferimento, in questo caso, è allopposizione di centrodestra che ha espresso più di una riserva, al di là delle competenze specifiche della professoressa De Martini, relativamente alla collocazione politica della candidata che, già aderente al Pdl, ha sostenuto Claudio Burlando e la sua coalizione di centrosinistra alle regionali dello scorso anno. Non basta: i Radicali arrivano a fare anche un parallelo con lelezione di Franco Marini, anni fa, a presidente del Senato: «In quelloccasione - spiega Rosasco - nel secondo scrutinio si aprì un caso simile a quello che si vorrebbe creare in Liguria, per cui si discusse senza trovare un accordo se attribuire a Franco Marini i voti di tal Franceso Marini...». In Regione Liguria, conclude Rosasco, «ecco lultima arrampicata sugli specchi della partitocrazia pur di nominare, a tutti i costi, De Martini come Garante dellinfanzia.
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