Droga in discoteca? E sai che novità, verrebbe da dire. Il primo a non stupirsi affatto, dopo il blitz nei locali notturni della movida, è Silvio Garattini, direttore dell’istituto Mario Negri, il centro dove vengono svolte le ricerche farmacologiche e biomediche.
Lo spaccio era nella norma nei locali sigillati. Ma lei non sembra sorpreso.
«Non lo sono no. È una conferma di quel che sapevamo già».
Cioè dice che il consumo di droga è un’abitudine a Milano?
«La cocaina negli ultimi anni ha invaso le vie di Milano: vengono consumate almeno 10mila dosi al giorno, che diventano 15mila nel fine settimana. E ci sono molti, troppi, locali compiacenti dove si può trovare e consumare la polvere bianca».
E voi, in istituto, eravate già al corrente di questo scandalo?
«Dai nostri esami sulla rete fognaria della città nel 2009, abbiamo scoperto che l’uso di cocaina è molto diffuso, soprattutto durante il fine settimana. Il che significa che nei locali dove si fa tardi e si arriva alla mattina, la cocaina è la norma, per restare iperattivi e mantenere gli stimoli. Le notizie di adesso ci confermano che la cocaina ha un grande successo soprattutto nella parte alta della società».
Rispetto ai dati rilevati dalle acque fognarie nel 2009, nota qualche cambiamento oggi?
«Sì, registriamo un leggero calo dell’uso della cocaina tra le fasce più basse: colpa della crisi».
Vanno per la maggiore le droghe più economiche?
«Come ad esempio le anfetamine: sono eccitanti come la coca ma più a buon mercato. Per questo vengono utilizzate soprattutto dai giovani».
Dopo l’allarme lanciato l’anno scorso con la vostra ricerca, si aspettava qualche reazione in più?
«Mi aspettavo qualche azione in più. In realtà la ricerca aveva avuto un’enorme eco sui giornali ma poi nessuno ha fatto niente e non ci sono stati interventi forti per contrastare l’utilizzo della droga».
Deluso?
«Noi documentiamo la realtà in modo oggettivo, con dati scientifici. Forniamo la base per decidere cosa fare, come affrontare i problemi che emergono dai laboratori. Non vogliamo che il nostro rimanga un lavoro fine a se stesso».
Secondo lei la politica dei controlli sui tassi alcolici e i divieti non bastano?
«Serve, ma non è sufficiente. Bisogna educare i più giovani a una vita senza alcol e senza droga. Con iniziative, percorsi educativi, modelli di sportivi e di cantanti positivi».
In generale, negli ultimi anni è aumentato il consumo di droga?
«Dall’inizio degli anni 2000, il consumo di cocaina è cresciuto dell’80%.
Troppi tabù?
«L libertà sembra prevalere sulla responsabilità e sembra che il consumo di cocaina nei locali, e non solo, sia un fatto immodificabile con il quale bisogna convivere».