da Lima
Il socialdemocratico Alan Garcia, secondo tre exit poll, diffusi poco dopo la chiusura dei seggi dalle agenzie Pop, Datum, Apoyo, si è imposto nel ballottaggio presidenziale in Perù sul nazionalista e «populista» Ollanta Humala con percentuali rispettivamente del 55%, 54,9%, 52,8% ). Nonostante alla vigilia del voto si temessero disordini, soprattutto dopo la diffusione dei primi dati, l'intera giornata si è svolta senza incidenti di rilievo.
Se gli exit poll saranno confermati, Alan Garcia, un avvocato di 57 anni e leader indiscusso della Alianza popular revolucionaria americana (Apra), partito storico del Perù e tuttora il più strutturato del Paese, succederà a partire dal 28 luglio prossimo ad Alejandro Toledo e rientrerà così a Palazzo Pizarro, che ha già occupato durante il suo primo mandato dal 1985 al 1990.
D'altra parte, il ballottaggio di ieri ha avuto più o meno le stesse valenze politiche di quello di cinque anni fa. In quell'occasione, infatti, a scendere in lizza come «populista», cioè come rappresentante dei settori poveri ed emarginati, per lo più gli indigeni, la maggioranza del Paese, fu Toledo che, per appena quattro punti, si impose sullo stesso Garcia.
Ora invece, in una sorta di staffetta, tale ruolo lo ha svolto l'ex militare Humala che, tra l'altro, ha anche radicalizzato le posizioni antisistema, alla luce del fatto che Toledo, allineatosi poi al liberismo preteso dai poteri forti del Paese, ha ulteriormente allargato il divario tra i ricchi e i poveri.
Tutto ciò, però, non gli è stato sufficiente perché il suo rivale, oltre a dirsi «pentito» per la politica economica messa in atto durante il suo primo mandato (nazionalizzazione delle banche e taglio dei pagamenti al Fondo monetario), ha assicurato la destra di aver capito la lezione («Non voglio che nel mio epitaffio si scriva che sono stato un imbecille che si è sbagliato due volte»), ottenendo così il consenso dei ceti medio-alti, aggiuntosi a quello dei medio-bassi che, da sempre, votano per l'Apra, una sorta di peronismo locale.
Mentre Humala si è agitato come non mai, specialmente nell'interno del Paese dove vivono i peruviani più poveri, Garcia ha messo in gioco tutto il suo grande carisma e la sua trascinante oratoria, oscillando ora verso la sinistra moderata ora verso la destra.
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