Politica

Gardini-Luxuria, lite in bagno: «Sei un uomo, non puoi stare qui»

La deputata di Forza Italia contro il collega transgender del Prc. Polemica tra i Poli

Giuseppe Salvaggiulo

da Milano

Altro che grande coalizione. Muro contro muro a Montecitorio. Non in aula, non nel mitico Transatlantico, ma nella toilette riservata alle signore. E nella quale, in una pausa delle votazioni nel primo pomeriggio, entra Elisabetta Gardini, portavoce di Forza Italia. Incrocia Vladimir Luxuria, deputato transgender (letteralmente: oltre i generi sessuali tradizionali) di Rifondazione e sbotta: «Tu sei un uomo: non puoi stare qui, devi andare nel bagno degli uomini». «All’inizio pensavo che lei, donna di spettacolo, scherzasse - racconta Luxuria -, poi mi sono resa conto che non era così. Faceva sul serio. Ma io che devo fare? Da anni vado nei bagni delle donne. Se andassi in quello degli uomini, li metterei in imbarazzo...».
Così la Gardini ricostruisce l’incontro ravvicinato: «Era lontano mille miglia da me l’idea di poter entrare e trovarlo là, nei nostri bagni... Sono entrata, l’ho visto e l’ho vissuta come una violenza, una violenza “sessuale”, mi sono proprio sentita male, perché devo essere costretta a stare male? La mia è stata una reazione fisica, di pancia. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno (vero nome di Luxuria, ndr) lì mi ha provocato un trauma. E spontanemante gliel’ho detto. Il mio disagio è avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all’esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta...».
Disagio pari a quello dimostrato in tv, di fronte alla domanda delle Iene «Che cos’è la Consob?». E che però non ha impedito alla Gardini di scrivere subito una lettera ai questori della Camera, chiedendo l’istituzione di un bagno ad hoc per Luxuria. All’inizio della legislatura analoga proposta, formulata con un’interrogazione parlamentare dal deputato Lucio Barani citando codice civile, Corte di Giustizia Ue e Consulta, era stata respinta con sdegno da Luxuria: «No all’apartheid della segregazione urinaria!».
La rissa prosegue nella riunione dei capigruppo. An attacca Luxuria, Bossi la paragona a «una vecchia donnetta di una volta», Follini la difende («Scelga il bagno liberamente»), il centrosinistra indignato pretende scuse pubbliche. Seguono esternazioni a raffica. Bertinotti deferisce il caso all’Ufficio di presidenza e solidarizza con Luxuria. Che nel frattempo potrà consolarsi con «il bagno della sacrestia» messo evangelicamente a disposizione dal prete no global don Vitaliano Della Sala.
giuseppe.

salvaggiulo@ilgiornale.it

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