L’attore piemontese: “Gli anni delle scuole superiori sono i più belli, è in quel periodo che si stringono le amicizie più importanti, quelle per tutta la vita. Spero che la scuola faccia un passo indietro e recuperi la severità di un tempo”
Certo, se a diciassette anni era già Mister Italia, per lui la scuola deve essere stata piuttosto piacevole. Non era certamente brufoloso e impacciato come i liceali dell’immaginario. Gabriel Garko ha iniziato giovanissimo la carriera nel mondo dell’arte, ha recitato in decine di fiction per il piccolo schermo e al cinema è stato diretto, tra gli altri, da maestri del calibro Ozpetek e Zeffirelli.
Gabriel, che ricordo hai delle tue scuole superiori?
Voglio precisare una cosa innanzitutto: chi sta vivendo quel periodo se lo deve godere, istante per istante. E’ uno dei momenti più belli e importanti della vita, è tra i banchi di scuola che nascono le vere amicizie, quelle che durano una vita intera. Io ho un ricordo bellissimo, di mi sono divertito davvero tanto. A volte mi dispiaccio al pensiero di non poter tornare indietro, di non potermi più iscrivere a scuola e trascorrere cinque anni così spensierati. Tutto questo nonostante, a dire il vero, avessi pochissima voglia di studiare. Infatti mi sono diplomato in ragioneria, ma di conti ci capisco sempre poco…
Come ti immagini la scuola del futuro? Come la vorresti?
Io vorrei che la scuola facesse un passo indietro e tornasse a essere quella di una volta. Almeno sotto certi aspetti. Penso ai telefoni cellulari, per esempio. Mi immagino che caos possa esserci in un’aula in cui ci sono venti ragazzini con altrettanti telefoni: un delirio, gli insegnati impazziscono. Mi sembra che si stia andando verso un punto di ritorno e la cosa non mi piace, credo che ci vorrebbe un po’ più di severità per evitare certe degenerazioni.
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