Cultura e Spettacoli

Garko: "Sì, sono troppo bello ma provo a fare il prete"

Garko: "Sì, sono troppo bello ma provo a fare il prete"

Roma - Certo non siamo dalle parti dell’ormai leggendario padre Ralph di Uccelli di rovo, ma anche nel film per la tv Io ti assolvo, in onda questa sera in prima serata su Canale 5, Gabriel Garko, che veste i panni di un prete sulle orme di un serial killer, non resiste a dare un bacio appassionato alla bella attrice tarantina Cosima Coppola. Sarà anche la consuetudine tra i due, visto che questa è la terza fiction che i due attori girano insieme (dopo L'onore e il rispetto e Il sangue e la rosa), sarà la secolarizzazione, sarà piuttosto la volontà d’accennare al tema del celibato dei preti, fatto sta che la puntata unica di Io ti assolvo, diretta con la consueta bravura da Monica Vullo, in particolare nei suggestivi flashback, non si fa mancare nulla.

Soprattutto dal punto di vista della violenza, con tanto di materia cerebrale di un personaggio suicida spiaccicata sul muro, visto che il film, stando alle parole del produttore Alberto Tarallo, «è un thriller puro alla Alfred Hitchcock e Dario Argento». Più il secondo che il primo, per la verità, tanto che Canale 5 ha deciso di far accompagnare il film dal bollino rosso che dovrebbe sconsigliare la visione a un pubblico non adulto. Su questo però Gabriel Garko se la sente di ironizzare: «A volte basta guardare un telegiornale per assistere a scene più raccapriccianti».

Sarà, ma la decisione di Canale 5 appare inevitabile visto che Io ti assolvo, scritto da Teodosio Losito, Franco Ferrini e Luigi Montefiori, è, appunto, un thriller puro di cento minuti che, secondo Giancarlo Scheri, direttore fiction Mediaset, «dimostra il nostro coraggio di sperimentare nuovi generi per non omologarci alla Rai e per cercare di non stancare il pubblico. I prossimi progetti prevedono altri thriller girati da grandi registi, l’incursione nel genere mistery con la fiction Il mistero del lago e probabilmente anche un musical».

Io ti assolvo è ambientato in un piccolo paesino di provincia (Lucca) dove il parroco viene assassinato. Al suo posto arriva il fascinoso padre Francesco (Gabriel Garko con perenne barba incolta) che, insieme al commissario Lariano (Lorenzo Flaherty), cerca tra falsi sospetti e torbide situazioni di fare i conti con il proprio passato e di scoprire la verità. Il tentativo di salvare dall’abisso la giovane Matilde (Cosima Coppola), bella quanto la sorella di cui lui stesso era stato innamorato prima di indossare l’abito talare, porta padre Francesco a scoprire l’insospettabile assassino.

Tutto questo in una cupa atmosfera segnata dalla pioggia, dai lampi e dai tuoni dove si muove il serial killer di cui, come in un film di Dario Argento, vediamo solo le mani munite di affilate forbici e sentiamo l’orripilante voce. Il resto sono le macabre uccisioni delle solite prostitute, l’ambiente di provincia segnato dall’uso della cocaina, gli schizzi di sangue degli assassinati.

Ma non è stato tutto questo a spaventare Gabriel Garko prima di accettare la parte bensì, ammette candido, «il timore di interpretare un prete, perché la credibilità di un personaggio è ciò che mi sta più a cuore». E aggiunge serio: «Nel mio inconscio mi vedevo troppo bello per fare un prete. Poi mi sono detto che la bellezza non deve essere un limite, così mi sono buttato in questa grande sfida in cui ho dovuto imparare anche a dire messa, che non è una cosa per niente semplice».

Comunque sia, il solo fatto che il figlio d’arte Gabriel Garko, il padre era Gianni, popolarissimo negli Sessanta e Settanta, interpreti un sacerdote farà sì che l’audience della fiction non verrà spartita equamente tra uomini e donne, ma molto probabilmente vedrà il gentil sesso protagonista indiscusso.

Anche se il film ha tutti i crismi per piacere all’ampio pubblico di Canale 5 che avrà modo di riconoscere una grande cura della regia anche nelle parti secondarie affidate a popolari attori come Stefania Sandrelli, Toni Bertorelli e la francese Andrea Ferreol.

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