da Milano
Alla fine, quello che si temeva è accaduto: il colosso russo Gazprom e la compagnia petrolifera russa Lukoil hanno firmato due memorandum d'intesa con l'algerina Sonatrach. Gli accordi prevedono attività comuni per la produzione e il trattamento degli idrocarburi e l’ottimizzazione delle forniture. Russia e Algeria sono i principali fornitori di metano dell'Europa, e sono, rispettivamente, il primo e il quinto nel mondo. L’intesa era da tempo nell’aria e per l’Italia costituisce un elemento di rischio: perché Gazprom e Sonatrach sono i due principali fornitori di gas del nostro Paese. L’asse tra i due gruppi può mettere a serio rischio le forniture, non tanto sotto il profilo dell’erogazione, quanto su quello del prezzo: perché l’Italia si troverà, nella sostanza, a trattare con un unico fornitore.
Non per nulla la notizia è stata accolta in Italia con forte preoccupazione e con accenti critici. Per l’ex ministro Alberto Clò, esperto di energia, l’accordo rappresenta «la negazione dell'esistenza di un mercato del gas e la conferma che, più di quanto sia accaduto nel passato per il petrolio, siamo di fronte a una situazione di quasi monopolio». «Quando due Paesi come Russia e Algeria, che contano per il 62% delle forniture italiane ed europee, si accordano», spiega l'economista, «lo fanno sulla quantità e sicuramente sui prezzi». E la dinamica dei prezzi del gas, avverte, «potrà essere anche superiore a quella del petrolio, riflettendosi poi anche sul prezzo dell'elettricità che dipende da quello del gas». A questo punto, prosegue nell'analisi, «non vi è la possibilità che possa esservi una efficace concorrenza all'interno dei mercati europei».
Da parte sua, il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone, ha marchiato l’intesa come «un evento sciagurato» che rischia di «strangolare l'Italia, che è sempre più soggetta a una vera e propria dittatura del gas». «Dovremo sempre più assistere a questi eventi per noi così sciagurati e negativi», ha aggiunto l'esponente della Rosa nel Pugno, «finché non faremo ciò che mi sto sforzando di dire: sottrarci alla dittatura del gas. Oggi in Italia il 62% della nostra energia viene dal gas e viene da due fornitori, Algeria e Russia, che, visto che sono furbi, si mettono d'accordo tra loro per strangolarci».
L'accordo siglato ieri era già nell'aria da tempo ed è in parte anche il frutto della visita, avvenuta lo scorso marzo, del presidente russo Vladimir Putin ad Algeri. Della delegazione facevano infatti parte, tra gli altri, anche l'amministratore delegato di Lukoil, Vagit Alekperov, e il numero uno di Gazprom, Alexei Miller.
In base all'accordo, che prevede la creazione di gruppi di lavoro congiunti e la nascita di joint-venture tra le società, Sonatrach potrebbe anche prendere parte all'estrazione e produzione di materie prime nel Mar Baltico, come ha annunciato Gazprom».
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