da Milano
La Russia si impegna a riempire i serbatoi di gas metano ucraini. Laccordo, rimbalzato ieri dal mar Nero (24,5 miliardi di metri cubi la fornitura prevista questanno e il prossimo) rappresenta un importante segnale di distensione per lintero mercato europeo dellenergia. A partire dallItalia che pochi giorni fa aveva visto lamministratore delegato dellEni, Paolo Scaroni, preoccupato dai picchi di domanda attesi il prossimo inverno. Pur rimarcando la necessità di moltiplicare le fonti di approvvigionamento, la multinazionale italiana ha infatti giudicato una «buona notizia» la pace firmata almeno a livello politico tra Mosca e Kiev dopo gli scontri dello scorso inverno.
Quanto alla variabile economica dovrebbe essere confermato il prezzo «scontato» di 95 dollari ogni mille metri cubi finora corrisposti da Kiev, ma i rifornimenti diverranno progressivamente più onerosi. Basandosi, ha rilevato il neo premier ucraino Viktor Ianukovic, «su valori di mercato ma con meccanismi trasparenti e che riflettano il livello dei rapporti economici bilaterali». In sostanza, laumento dellinterscambio dovrebbe alleggerire la bolletta ucraina.
Malgrado limportanza geopolitica dellaccordo, tra gli analisti del settore rimangono alcune perplessità di natura «tecnica». A partire dalla capacità di Mosca di ristabilire velocemente lequilibrio delle riserve di Kiev: operazioni di norma lente (Ianukovic ha precisato che ogni giorno saranno pompati 130 milioni di metri cubi) che potrebbero protrarsi oltre linizio della stagione fredda. La parola passa ora a Gazprom e Neftogaz Ukraini, i rispettivi colossi nazionali, cui spetta di ratificare unintesa che segue di pochi giorni il discusso accordo tra Russia e Algeria. Una sorta di «Opec del gas» su cui è stata chiamata a esprimersi anche Bruxelles, al fine di assicurare la concorrenza in un mercato dove i future a gennaio 2007 passano di mano a valori prossimi a 500 euro (ogni mille metri cubi).
Prezzi che rappresentano lo specchio della fame di energia sia a livello mondiale sia italiano. Per la quale, ha ribadito Eni (più 0,50% ieri in Piazza Affari), è però centrale mantenere alta la tensione sugli approvvigionamenti «costruendo i rigassificatori». Strutture che Scaroni ha recentemente invitato a considerare di interesse nazionale, tanto da sollecitare lapplicazione dellarticolo 120 della Costituzione per sbloccare le impasse locali che ne stanno rallentando la costruzione (ieri lAntitrust ha prorogato unistruttoria).
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