Gasperini rialza la testa "Moratti è con me Dov’è questa bufera?"

"Quando vai giù, è molto più facile risalire..." Torna alla difesa a tre: se cade, lo fa con le sue idee

Gasperini rialza la testa 
"Moratti è con me 
Dov’è questa bufera?"

dal nostro inviato a Appiano Gentile

Alla vigilia di Inter-Trabzonspor, Massimo Moratti aveva anticipato: tranquilli, si cambia. Infatti l’Inter è passata a quattro dietro, con Sneijder trequartista.

Alla vigilia di Inter-Roma, Gasperini in conferenza stampa anticipa: tranquilli, si svolta. E anche questa è buona, qualsiasi sia il risultato: se l’Inter vince è una svolta dopo tre sconfitte consecutive, se l’Inter pareggia o perde, allora si svolta forzatamente. Con un record che non si augurerebbe neppure al peggior nemico: fuori dall’Inter senza aver vinto neppure una partita, mai successo in tutta la storia del club con un’unica eccezione nel 2003-04 quando Corrado Verdelli in Champions perse nella sua unica presenza in panchina a Mosca contro la Lokomotiv. Ma era stato assunto a tempo determinato, fra Hector Cuper e Alberto Zaccheroni.

Ma questa sera «può essere la svolta per ripartire al meglio», ha detto Gasp che in effetti è rimasto prudente e ha buttato lì un’ipotesi. Però aveva un’altra faccia, più distesa, quasi rassegnata, del tipo: mi gioco tutto. Veramente, e quasi quasi ci scherzava sopra: «Io appeso a un filo? Mi regolo su quello che dice il presidente e mi riportano i dirigenti». E qui si poteva anche finire sotto le sedie di Appiano per evitare di farsi cacciare. Ma forse era proprio una battuta di Gasp, autoironia allo stato puro, da fuoriclasse. Perché a sentire il presidente e chi gli ruota attorno, se c’è qualcosa sulla quale è difficilissimo regolarsi sono proprio le loro dichiarazioni. E subito a ruota è arrivato il secondo colpo di classe di Gasp che ieri era proprio in vena: «Perché sento che ci sarà una svolta? Ma perché quando vai giù, è più facile risalire...».

Non l’ha inventata lui, ma l’ha tirata fuori al momento giusto. Gasp comunque ha mostrato di avere in mano la situazione, insomma di poter capire cosa gli sta succedendo: «Per quanto mi riguarda sento di avere la fiducia del presidente e della società. Poi è necessario che questa fiducia venga accompagnata da dei segnali. I risultati sono importanti, ma non solo, sono fondamentali anche l’approccio della squadra e le prestazioni dei singoli». Sulle prestazioni dei singoli è stato abbastanza chiaro parlando di Sneijder: «Mi dite che dietro le punte ha mostrato tutte le sue qualità. Sono d’accordo. Sneijder è veramente un giocatore straordinario e contro il Trabzonspor, pur con qualche difficoltà, ha mostrato grande valore. Ma anche i giocatori hanno giornate buone e altre meno buone, non sempre dovute al modulo in cui vengono inseriti».

Ragionamento che non fa una grinza e insinua un dubbio: quando diceva che i risultati non dipendono da una difesa a tre o a quattro, oppure dalla presenza di un trequartista, Gasp intendeva dire che dipendono dai giocatori? Oppure stava ammettendo che potrebbe anche esserci un tecnico che non è all’altezza? Sarebbe stata una domanda interessante e Gasp l’avrebbe presa bene perché ieri era proprio in vena: «A parte le considerazioni scaramantiche, in questi giorni c’è la sensazione che attorno a me ci sia la bufera.

Ma questo non si avverte all’interno, con la squadra e con la società, e questa è una cosa importante. Lo ripeto - ha voluto precisare -, con me il presidente ha sempre avuto un atteggiamento di grandissima motivazione e questo è ciò che conta». In realtà il presidente desidererebbe il contrario, e cioè che fosse il suo allenatore a motivare lui. Ma sono dettagli, come la lista dei probabili sostituti, argomento avvilente, anche se la voce che girava era: è l’ultima volta che lo vediamo ad Appiano.

Gasp qualcosa

ha nasato, Stankovic e Chivu non recuperano e davanti al plotone d’esecuzione si presenta con la difesa a tre, contro la Roma gioca con Lucio, Samuel e Ranocchia, se deve morire preferisce farlo in piedi e senza la benda.

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