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Gatlin e Wariner, yankee dalle facce pulite

Maxiteam da 131 atleti. E per il Togo c’è solo la Kangni (400 piani). La Iaaf raddoppia i controlli antidoping: saranno 850, difficile barare

Riccardo Signori

nostro inviato a Helsinki

È uno squadrone con facce affamate. Fame di medaglie, voglia di vincere, gente che vuol addentare il futuro pensando al passato: Carl Lewis e Michael Johnson, Gail Devers e la stessa Marion Jones, tanto per citare. Lo squadrone Usa ha la faccia da conquistatore. Dopo le 25 medaglie di Atene, condite da otto ori e troppi tormentoni sul doping, ecco la squadra dei supervitaminizzati a prova di analisi. La dolce flemma di Helsinki, la temperatura che toglie il sudore e regala il brivido, non fa dimenticare la tolleranza zero sul tema.
Justin Gatlin continua a promettere di voler battere il record del mondo dei 100 metri. «Anche se tengo più al titolo olimpico che a quello mondiale: i titoli restano, i record possono essere battuti». Oppure Jeremy Wariner, lo stantuffo dei 400 metri, continua a inseguire il sogno di una vita. «Battere il primato del mondo di Michael Johnson». Non c’è atleta Usa che non abbia sottoscritto, insieme al libretto stelle e strisce sulla sicurezza, anche il decalogo del campione, rilanciato da Dwight Phillips, oro del lungo ad Atene. «Non penso ci sia uno che abbia lavorato più duro di me per vincere il titolo. Non penso ci siano altri che abbiano più passione di me per vincere. La personalità del campione si vede nelle sconfitte, non nella vittoria. E io che ho perso ai trials sono arrabbiato. Mi sono sentito umiliato e ora mi voglio riabilitare». Phillips ha parlato per sé e per tutti, ovvero quei 131 atleti che sono meno di un decimo di quelli presenti a Helsinki (1900), ma per tutti rappresentano ancora un gruppo guida dell’atletica. Pensate come li guarderà, per esempio, Sandrine Kangni, unica rappresentante di Togo, che correrà i 400 piani. Quella americana è la collina degli dei: sia che si tratti di Erica McLain, saltatrice del triplo, la più giovane delle ragazze Usa, o di Kerron Clement, l’ostacolista che vola anche nei 400 piani. Qui ci saranno cinque medaglie d’oro di Atene e 27 medagliati. I vecchioni sono diventati una sorta di panda: compaiono solo nella maratona e nelle gare di marcia. Teresa Vaill, marciatrice, ha 42 anni. Curt Clausen, bronzo nella 50 km di marcia ai mondiali ’99, ne ha 37. Gli americani hanno voluto evitare resurrezioni sospette. Sono stati messi al bando gli over 36: si è salvata solo Sandra Glover, argento nei 400 ostacoli a Parigi.
Quest’anno con il doping non si scherza: sono previsti 850 controlli, il doppio rispetto ai precedenti mondiali (405). Sarà testato un atleta su due. Ieri al villaggio sono state controllate decine di persone per prelevare 3 millilitri di sangue: servono per il profilo personale. Sono inoltre previsti 350 controlli sanguigni, circa 50 al giorno. Sarà dura farla franca. Meglio per Justin Gatlin, l’unico a doppiare: correrà 100 e 200 (come lui solo Walter Davis tra lungo e triplo).

Vuol dimostrare che superman c’è, è americano e non va ad additivi.

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