Rino Gattuso detto Ringhio è un libro aperto. É difficile sbagliare pronostico quando ci sono in ballo scelte importanti, decisive. Tipo quella che era chiamato a fare Ringhio dinanzi alle offerte provenienti dal Daghestan. Non si trattava, meglio chiarirlo subito, di ipotetiche somme ma di una somma enorme, 10 milioni da spalamre in 3 anni. A quel punto Gattuso ha fatto due conti e ha detto: «Dinanzi a queste cifre non si può non riflettere». Chi come lui è arrivato da un paesino della Calabria e aveva una famiglia che viveva di poco, non può dire no senza una riflessione. Naturalmente ha chiesto il parere di quelle che lui considera le sue due famiglie: la famiglia calcistica, il Milan, e quella anagrafica, moglie e genitori a cui è legatissimo.
Bene: Galliani e Allegri hanno fatto capire al nostro che non lo avrebbero fatto partire volentieri. Hanno aggiunto che non era il caso di farsi influenzare dai numeri, meglio chiudere in un campionato di alto livello, magari dando la caccia alla Champions che è il traguardo dichiarato della prossima stagione berlusconiana. Stessa risposta da parte della sua famiglia anagrafica:moglie e genitori gli hanno suggerito di lasciar perdere. Vivere a Mosca e trasferirsi in Daghestan solo per giocare, d'inverno, non sarebbe stato il massimo della vita.
Gattuso non tradisce: no al mega-stipendio del Daghestan per restare al Milan
Il centrocampista calabrese ha preso lo spunto da una premiazione a casa sua per rendere ufficiale la sua scelta: concluderà la carriera con la maglia rossonera. «Hanno vinto le mie due famiglie» è stata la sua spiegazione: la famiglia calcistica e quella anagrafica cioè
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