Gavio: «Per Impregilo valutiamo anche l’Opa»

Nel duello per Impregilo, Gavio sferra l’affondo. «Non siamo abituati a ricevere ultimatum a mezzo stampa e potremo valutare di difendere Impregilo anche con un’Opa». Così Bruno Binasco, presidente di Igli, la controllante, con il 29,9%, del «general contractor», recentemente acquisita in toto dal gruppo guidato da Beniamino Gavio comprando le quote dagli altri soci Ligresti e Benetton. Ma Salini, che negli ultimi mesi ha rastrellato sul mercato il 25,3%, non arretra e si prepara, secondo fonti ben informate, a presentare il suo piano industriale per Impregilo il prossimo 23 aprile. «Come sempre siamo disposti a parlare», anche con i Salini, «ma solo in presenza di proposte serie e concrete, che finora non si sono viste», aggiunge il presidente di Igli, che in dicembre è stata avvicinata per una richiesta di incontro con il costruttore romano, richiesta girata a Impregilo. Era quindi stata fissata una data per gennaio coinvolgendo degli «advisor» ma, secondo fonti finanziarie vicine al gruppo di Tortona, l’incontro è stato disdetto dai Salini senza che al momento vi siano stati altri contatti tra le due parti. Ora Binasco annuncia: «Noi aspettiamo il piano di Impregilo e poi eventualmente potremmo dare il nostro contributo».
Ma la «battaglia» vera potrebbe essere rimandata all’assemblea, fissata ai primi di maggio: per ora il Cda di Impregilo non ha ricevuto da Salini (che ha una settimana di tempo per farlo) la richiesta di un’integrazione all’ordine del giorno per una rimodulazione del board. Nel caso venisse presentata e accettata, si aprirebbe potenzialmente una conta delle azioni Impregilo, con un ruolo decisivo del mercato, ma soprattutto dei fondi d’investimento. Come Amber, recentemente salito al 2,18%, o Mckinley, che detiene il 2,3% del «general contractor» italiano. Sempre che prima qualcuno non salga oltre il 30% e faccia scattare l’obbligo dell’Opa. O la lanci d’improvviso. Un’ipotesi comunque molto onerosa per chiunque e ancora lontana, che per ora appare come un ammonimento in vista di futuri colloqui.


Anche perché il confronto sarebbe già indirettamente iniziato con in buoni uffici di Mediobanca e, in posizione più defilata, di Intesa Sanpaolo. Intanto, il titolo in Borsa continua a rimanere forte oltre i tre euro, segnando un raddoppio abbondante del suo valore da settembre.

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